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Leu e la bufera del centrosinistra nel Lazio

Valerio Valentini

“Ai miei compagni scalmanati dico: se fallisce Zingaretti falliamo tutti”. Parla Alfredo D’Attorre

Roma. “Purché sia costruttiva”. Alfredo D’Attorre parte da una premessa, prima d’intervenire sulla bufera laziale del centrosinistra. “Di polemiche – precisa il deputato di Liberi e uguali – in queste ore ce ne sono anche troppe”. Lo dice con tono stranamente pacato, che accompagna una dichiarazione a suo modo risolutiva: “Spero che si possa ricomporre”. Laddove la speranza è solo una forma più attenuata della convinzione.

 

Insomma, D’Attorre, è tutta pretattica?

“Detta così è un po’ troppo semplicistica”.

 

Complichiamola. Voi di Leu state protestando per costringere Zingaretti a darvi qualcosa in più di un semplice assessorato.

“Alt. La questione non riguarda le poltrone. Ciò che è mancato è stata la possibilità di discutere in modo collegiale un programma condiviso”.

 

Eppure la protesta è nata quando è stata annunciata la giunta.

“Il punto non è nella scelta del nome. Nessuno ha nulla in contrario a Claudio di Berardino come assessore al Lavoro”.

 

E allora?

“E allora il problema è nel metodo”.

 

Il metodo? Zingaretti si è confrontato col vostro unico consigliere eletto in Consiglio regionale.

“Appunto”.

 

Cosa c’è che non va?

“Non penso che spetti ai singoli consiglieri dare un parere sulla giunta. Capisco la preoccupazione di Zingaretti, che non ha la maggioranza in Aula, di garantirsi il sostegno dell’esponente di Leu. Ma forse non è il modo più corretto di agire”.

 

Insomma: volete che il governatore si confronti coi vertici?

“Mi sembra la procedura migliore”.

 

Ma Daniele Ognibene mica parla a titolo personale?

“Alle regionali ha preso oltre 2.700 preferenze, questo gli va riconosciuto. Così come però va ricordato che fa parte di un movimento che di voti ne ha presi 88.000. Fondamentali per la vittoria della coalizione”.

 

Se Zingaretti cade, andate a fondo anche voi.

“Assolutamente. Avvertiamo tutta la responsabilità di non compromettere l’unica esperienza elettoralmente di successo di centrosinistra ampio. Il Lazio è e deve restare un esempio di governo di una coalizione larga tra Pd e Leu”.

 

Allora non sarà il caso che i più recalcitranti di voi, specie in Sinistra italiana, rientrino tra i ranghi?

“Non faccio moniti. Ma ai miei compagni di Leu, a tutti, dico che è il momento di meditare bene su come valorizzare al meglio questo modello Lazio”.

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