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Paolo Liguori dice No: “Non mi candido in regione”

Marianna Rizzini

“Tra me e Berlusconi è bastato uno sguardo per capirci: vi pare che io possa fare una cosa simile, candidarmi alla Regione?”, ci dice il direttore di Tgcom24. “Pirozzi? Ci hanno giocato tutti”

Roma. “Quella di Sergio Pirozzi è materia indigesta per il centrodestra”, dice il direttore di Tgcom24 Paolo Liguori. C’hanno giocato, con Pirozzi – c’ha giocato Matteo Salvini e c’ha giocato Giorgia Meloni – ma poi si sono resi conto che, giocando giocando, lui si era messo davvero in testa di candidarsi alla regione Lazio. E a quel punto Meloni l’ha abbandonato, e Salvini, che prima l’aveva sposato, adesso nicchia. Certo ora il centrodestra deve trovare un candidato unitario. Io vedrei bene proprio Giorgia Meloni, che però ha altri progetti”. Ma c’è anche chi vedeva bene addirittura lui, Liguori, come candidato presidente alla Regione. “Tra me e Silvio Berlusconi è bastato uno sguardo per capirci: vi pare che io possa fare una cosa simile, candidarmi alla Regione?”.

 

Ma resta insoluto, al momento, il caso Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, simbolo della ricostruzione post-terremoto e della società civile operosa, nonché autocandidato autonomo in quota Lega con lo “Scarpone” (simbolo della sua lista, elemento chiave del suo libro) che ora molti vorrebbero far “scandidare”.

 

Altero Matteoli, l’uomo a cui Silvio Berlusconi ha affidato l’operazione “trovare il nome unico per le regionali”, ieri su questo giornale parlava di “effetto ritorno del Cavaliere”.

 

Riappare Berlusconi e le necessità di ieri non sono quelle di oggi, candidati compresi (Pirozzi “è già superato, anche dalla Lega. Se si candida, si candida da solo. E’ il sindaco di Amatrice, mica di Parigi”, diceva Matteoli). Ma Francesco Storace, ex An ed ex presidente della regione Lazio, ora in avvicinamento a Matteo Salvini, fa capire altro: “Stanno facendo il gioco dei nervi, su Pirozzi. Berlusconi e Matteoli possono dire quello che gli pare, ma Pirozzi si candida. Punto”.

 

Dice invece Francesco Lollobrigida, responsabile organizzativo di An: “Le fughe in avanti non sempre portano i risultati sperati. La prossima settimana ci sarà il primo tavolo di confronto nel centrodestra per le regionali e se ne parlerà: nulla può essere dato per scontato, bisogna scegliere il candidato migliore”. E par di capire che la candidatura Pirozzi fluttui nel limbo dei problemi che, per essere eliminati, dovranno essere “compensati”: che cosa offrire a Pirozzi per ottenere, ove possibile, l’eventuale passo indietro? Ma c’è chi, tra la Lega e gli ambienti ex An, dice che non è ancora chiaro quello che sta accadendo, che “i giochi sono aperti”, e che, in assenza di una candidatura unica del centrodestra, “se Pirozzi punta i piedi si può fare poco”. Fatto sta che la pace tra Forza Italia e Lega a livello nazionale sta già creando discrasie locali.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.