Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi (foto LaPresse)

"Meglio di Pirozzi chiunque, anche Liguori". Parla Fabio Rampelli

Valentino Rosso

Per il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia il sindaco di Amatrice non è la scelta giusta come candidato del centrodestra alle elezioni regionali del Lazio 

Roma. Di giocare, Fabio Rampelli non ne ha voglia. “Anche perché non è un gioco, questo, è una trappola”. Che consiste, sostanzialmente, nel chiedergli cos’è che vuole fare da grande, e nel pretendere però che risponda d’istinto. Com’è che s’immagina, di qui a qualche mese? Sindaco di Roma, governatore del Lazio o ministro? E allora il braccio destro di Giorgia Meloni, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia sospira e si ritrae: “Per rispondere bisogna prima fare un ragionamento più ampio”. In realtà, per chi gli sta vicino, la risposta è già nota. Chi lo conosce bene, l’architetto romano, sa perfettamente che di candidarsi a governare il Lazio non gli va proprio. “Io resto un soldato – dice lui – e quindi agisco sempre per il bene della truppa, in ogni caso”. Ma insomma, non è un mistero che l’aspirazione covata, dopo tanti anni di sgobbo nelle retrovie e di militanza operosa sul territorio, sia quella di un posto da ministro in un futuro governo di centrodestra.

 


Fabio Rampelli (foto LaPresse)


   

Meglio così, penserà qualcuno. Visto che di aspiranti governatori, per le elezioni laziali della primavera prossima, il centrodestra ne ha già troppi. Tanto che si fatica a superare lo stallo, nonostante i principali avversari – il centrosinistra di Nicola Zingaretti, e il Movimento 5 stelle di Roberta Lombardi – abbiano già da tempo indicato i loro candidati.

 

A giorni verrà finalmente convocato il tavolo degli alleati: Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia discuteranno delle varie sfide regionali del 2018, indicando ciascuno i propri nomi. Per quanto riguarda il Lazio, i berlusconiani sono determinati nel rivendicare il diritto di essere loro, i più titolati a fare la proposta. Che consisterà, stando alle ultime indiscrezioni, nel suggerire Paolo Liguori. Ipotesi che piace sicuramente al Cav., al quale comunque spetterà l’ultima parola e l’onere dell’investitura ufficiale. E piace, in fondo, anche a Rampelli. “Il profilo può essere quello giusto, senz’altro. Giornalista rispettato, volto conosciuto e pulito, persona per bene. Non avremmo nulla in contrario”.

 

In alternativa ci sarebbe Maurizio Gasparri, che nei giorni scorsi ha fatto un po’ il ritroso, ma in cuor suo ci spera. “Anche Gasparri – spiega Rampelli – è un nome inappuntabile. Il punto, però, sarà capire se vogliamo una figura come la sua o una più vicina alla cosiddetta società civile. Noi siamo pronti a considerare entrambe le soluzioni”. Ma Berlusconi, in verità, no. Almeno a quanto sembra di capire, l’intenzione dell’ex premier sarebbe quella di evitare una personalità troppo compromessa con la politica. E infatti, dalle parti di Storace e Alemanno, si nutre ancora la speranza che alla fine il Cav. si convinca su Sergio Pirozzi.

 

“No, il sindaco di Amatrice proprio no”, ribadisce Rampelli. Che aggiunge: “Nulla in particolare contro di lui, per carità. Ma il metodo con cui maturata la sua candidatura, quell’accelerazione impropria, non mi sembra rispettosa degli alleati”. Anche se Matteo Salvini, che della coalizione fa parte a pieno titolo, quell’accelerazione l’ha favorita. “Salvini ha fatto un passo indietro e uno indietro, si è accorto che stava sbagliando”. E dunque, alla fine, se la scelta fosse tra il sindaco con lo scarpone e il direttore di Tgcom24, per Rampelli la scelta sarebbe scontata: “Pirozzi o Liguori? Meglio Liguori, senza alcun dubbio”.