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Politica da incubo nel Lazio

Marianna Rizzini

Il M5s è in calo, ma il Pd è catatonico e il centrodestra ha più elettori che idee. Qualcuno batta un colpo

Le elezioni a Ostia si avvicinano, la destra sul litorale romano avanza, il Pd continua a soffrire la crisi di iscrizioni e popolarità del post-Mafia Capitale (e infatti Andrea Casu e Luciano Nobili vorrebbero portare Renzi a Ostia, figurarsi!) e il M5s non è messo bene come sperava nei sondaggi locali.

 

Però intanto sabato 14, a Marino, alle porte di Roma, lo stesso Movimento si prepara a celebrare come fosse (ennesima) festa il giorno di “condivisione-open day Rousseau”, al termine del quale verrà proclamato il candidato presidente della Regione Lazio. E, come è successo a Rimini per la proclamazione a candidato premier di Luigi Di Maio, nel grande autoinganno collettivo anche detto “democrazia diretta”, nessuno dubita che, previo voto sul web, sarà nominata la favorita della vigilia Roberta Lombardi. E questo anche se nei giorni scorsi il M5s, dopo l’emersione dei malumori attorno alla promozione della candidatura alternativa di Valentina Corrado nel movimento laziale, ha dovuto constatare di essere fatto della materia dei tanto vituperati partiti: le correnti ci sono, le cordate pure, con buona pace delle operazioni di dossieraggio incrociato che spesso accompagnano, nei Cinque stelle, quella che altrove è normale competizione presso una forza politica. Ma proprio mentre le Regionarie grilline volgono al termine, e il M5s, reduce dalle giornate anti-Rosatellum davanti a Montecitorio, si prepara ad autocelebrarsi come “forza pura e onesta”, il fatto che i Cinque stelle si trovino, nel Lazio, alle prese con una flessione di consenso, apre per la prima volta seriamente, da quando Virginia Raggi è salita in Campidoglio, la questione dello spazio da riempire. Uno spazio che, per ora, non viene occupato in modo visibile dalle forze anti-Grillo.

 

Il Pd è ancora convalescente, e a volte afono, dopo l’autoflagellazione (con crollo della giunta Marino e commissariamento) seguita al suddetto deflagrare dell’inchiesta Mafia Capitale, ormai tre anni fa. In consiglio comunale il Pd contesta a gran voce il sindaco Raggi, ma fuori, al momento, stenta a trasmettere con i fatti la volontà di voler essere davvero “altro” sul piano di una proposta politica che vada oltre lo slogan. Intanto il centrodestra, nel Lazio, nonostante le prove di unità Forza Italia-Fratelli d’Italia, nonostante il consenso raccolto a Ostia e i sondaggi favorevoli a livello nazionale dopo il ritorno in campo di Silvio Berlusconi, non si muove in modo percepibile, come se aspettasse il momento buono. Anche a destra manca la vera offerta politica (che cosa si sta facendo per prepararsi alla battaglia regionale e, in prospettiva, comunale? Chi sta facendo qualcosa e come?). Lo spazio vuoto come si è detto c’è, ma, come tutti gli spazi vuoti, è destinato a non restare vuoto a lungo.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.