Bentornati dalle ferie: poca acqua dalle 23.30 alle 5 del mattino

Gianluca De Rosa

Dagli scontri di Piazza Indipendenza alla crisi dell'Atac, fino all'annuncio dell'Acea, che ridurrà nelle ore notturne la pressione dell’acqua. I prossimi tragici appuntamenti del sindaco

Dopo tredici giorni tra le acque azzurre della Corsica, e un fine settimana in quelle un po’ meno azzurre di Ardea, Virgina Raggi è tornata per scontrarsi, tra le molte altre cose, con i problemi di un’altra acqua: quella corrente. E così, rincasata dalle ferie, la sindaca ha subito dovuto affrontare le prime emergenze, tra tutte: l’abbassamento della pressione dell’acqua previsto da Acea che scatterà venerdì (dalle 23.30 alle 5 del mattino, tutti i giorni). Una situazione incresciosa, ma nulla in confronto alla bomba Atac e alla questione delle case occupate, dopo gli scontri di piazza Indipendenza.

 

E’ di lunedì la notizia che Acea ridurrà nelle ore notturne la pressione dell’acqua. Per molte zone e per chi abita ai piani più alti degli edifici (dal quarto in poi) l’annuncio potrebbe tradursi nell’interruzione di fatto del servizio idrico durante la notte. Tutto questo malgrado proseguiranno anche a settembre le captazioni dal lago di Bracciano: la sindaca ha chiesto e ottenuto dal tribunale delle acque la sospensiva all’ordinanza della Regione che stabiliva il fermo dall’inizio di settembre. Poi, dopo aver proclamato su Facebook che: “Dopo anni di immobilismo in Acea si agisce con determinazione sul fronte manutenzione reti e lotta agli sprechi” il nuovo annuncio: lo sforzo non basta, da settembre serve la riduzione notturna della pressione.

 

Appena rientrata la sindaca ha poi dovuto assistere attonita al caos di piazza Indipendenza, tra idranti, polizia e occupanti. A breve Raggi incontrerà Marco Minniti e sarà forse il banco di prova per un’inedita collaborazione tra la sindaca grillina e il ministro pd.

 

La disastrosa situazione finanziaria di Atac, intanto, fra luglio e oggi ha già mietuto due vittime: dopo la cacciata di Bruno Rota, che per la municipalizzata voleva il concordato preventivo, la sindaca ha defenestrato anche l’assessore al Bilancio Andrea Mazzilo (sostituito con il livornese Gianni Lemmetti). L’ormai ex assessore aveva un’idea opposta a quella dell’ex ad, condivisa dai consiglieri del movimento: al concordato preferiva l’approvazione di un piano industriale per ristrutturare l’azienda. Alla fine con il nuovo assessore, Lemmetti, la strada sembra segnata: concordato preventivo. Dunque estremo tentativo di salvataggio dell’azienda. E questo mentre Raggi, entro fine gennaio, dovrà calendarizzare il referendum consultivo promosso dai Radicali per la messa a gara del trasporto pubblico locale. Il dossier Atac s’inserisce nel più vasto pacchetto del riordino delle partecipate capitoline, che Massimo Colomban, l’assessore alle partecipate, dovrebbe lasciare in dote alla giunta prima di dimettersi, come promesso ad aprile, alla fine del mese. Le società del Comune dovrebbero passare dalle circa 30 di oggi a 12.

  

Sui rifiuti si gioca un’altra partita difficile. Un dramma per Raggi, ma bisogna riconoscerlo ormai da anni per chiunque si trovi in Campidoglio. Con i romani fuori città la situazione è finora rimasta sotto controllo. Ma presto si potrà valutare quanto sia efficace il piano varato dalla sindaca e dall’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari che si basa sull’ambiziosissimo obiettivo di una raccolta differenziata al 70 per cento entro il 2021 (ora è a circa il 44 per cento). Inizieranno le procedure per la costruzione dei due impianti di compostaggio a Caste Selce e a Cesano. Tra le polemiche con la Regione, secondo la quale sarebbe necessario che la città si doti anche di una discarica di servizio.

 

Infine, ultima delle grane settembrine del sindaco Raggi, c’è lo stadio della Roma. La decisione della nuova conferenza dei servizi arriverà a fine mese. Ed è serio il rischio che possa saltare il requisito della “pubblica utilità”, fin qui attribuito allo stadio, dopo lo stralcio di alcune opere (in particolare il ponte di Traiano che avrebbe collegato Tor di Valle con la Roma-Fiumiciono) barattato dal comune con il taglio delle cubature. L’otto agosto le amministrazioni coinvolte hanno inviato i loro pareri in Regione. Come riportava il Messaggero, il dipartimento trasporti e navigazioni del ministero con a capo Graziano Delrio, ha, con un documento firmato dal direttore generale Elisa Grandi, dato parere negativo al nuovo progetto.

Di più su questi argomenti: