L'incidente di martedì a Piazza Venezia

Modello Campidoglio

Marianna Rizzini

Lo strano caso del bus che si muove da solo nella Roma guidata “senza mani”

L’autobus fantasma senza conducente che improvvisamente si muove e, nel bel mezzo di Piazza Venezia, urta la Smart non fantasma guidata da una signora: accadeva l’altro ieri, e i passanti riferivano dettagli da puro Ennio Flaiano su quel mezzo “surreale” che si muoveva in discesa, sì, “ma senza autista”, sotto gli occhi dei curiosi, e su quella macchina provvidenziale che ne fermava per caso la corsa. E l’aria si riempiva non soltanto di curiosità – gente come formiche impazzite, come nel “Marziano a Roma” – ma anche di congetture: sarà stato senza freno a mano, il bus? Sarà stato un guasto, impossibile perché la vettura era nuova? E, in confronto, i vari casi degli autobus in fiamme succedutisi negli ultimi tempi – mistero cittadino – parevano più spiegabili. “Con i piedi, con le mani, con i piedi, senza mani”, cantava Jovanotti. Fatto sta che il bus senza conducente si faceva, nel giro di un pomeriggio, metafora della città dalla guida invisibile: ché questo pare Roma, anche se il sindaco è lì e ieri incassava il No del Tar al parco del Colosseo (oggetto di contesa Raggi-Mibact) e firmava la delibera sullo stadio della Roma 2.0, quello accreditato come “pubblico interesse” e definito da Raggi, su Facebook, “progetto rivoluzionario, innovativo ed eco-sostenibile”, parola magica che tutte le colpe preventivamente lava.

 

“Abbiamo tagliato tre grattacieli e migliaia di metri cubi”, diceva Raggi, ottenendo un effetto-surrealtà al quadrato nella città al momento alle prese con terragne preoccupazioni dai nomi non altisonanti (monnezza, traffico). Guidare Roma senza mani: non era questo l’intento dei Cinque Stelle che un anno fa conquistavano il Campidoglio, eppure, dopo un anno, l’immagine del bus che da solo se ne scende giù per Piazza Venezia rende bene l’idea del “che cos’altro deve succedere a Roma?”, oltre alle dimissioni a catena di assessori e vertici delle municipalizzate, oltre ai pasticci e ai bisticci tra “chi sapeva cosa e chi non sapeva come” (vedi caso Muraro), oltre agli altri due casi critici Marra e Romeo, con contorno di polizze “all’insaputa” del sindaco che comunque “non si dimetterà” se dovesse essere rinviata giudizio nel processo in cui è indagata per abuso d’ufficio e falso. E chissà: ormai nessuno si stupirebbe, nella Roma surreale a guida-senza mani a Cinque Stelle, se un’astronave sparasse raggi laser sul Colosseo come in “Indipendence day”. Intanto però c’è il problema concreto: il Beppe Grillo che sta per far saltare l’accordo a 4 sulla legge elettorale, avrebbe avuto molte meno remore a dire subito “no”, non ci fosse stato un caso Roma potenzialmente scomodo per la campagna imminente.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.