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Manovrina (più curiale che papale) tra i cavalieri di Malta

La Gran Sottana

Duchi, conti e principi vari non contano più nulla. Alla fine è andata come voleva (forse) il Papa. “Diciamo come voleva la Segreteria di stato”, precisa velenoso un cavaliere di Malta

Alla fine è andata come voleva (forse) il Papa. “Diciamo come voleva la Segreteria di stato”, precisa velenoso un cavaliere di Malta che non ha ancora mandato giù il siluramento del Gran Maestro fra’ Matthew Festing, che in Vaticano avevano pregato di non recarsi a Roma nei giorni del conclave dell’Ordine, per non destabilizzare l’ambiente. Lui invece s’è presentato, pensando di avere ancora qualche fedelissimo capace di bloccare la manovrina curiale che punta a ringiovanire la congrega cavalleresca, togliendo tra i requisiti per l’elezione del Gran Maestro il vincolo dei “quattro quarti di nobilità”.

 

Alla fine, è prevalsa l’opzione soft: eletto un luogotenente, il settantaduenne Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto. Simpatico letterato, resterà in carica per un annetto. Giusto il tempo, appunto, di ribaltare costituzioni e norme, per “svecchiare” l’Ordine, riportandolo sui binari giusti. Si spera anche per far chiarezza sulle decine di milioni di euro di lasciti vari di cui si mormora da tempo, contesi tra tedeschi e inglesi. Altro che preservativi distribuiti in Birmania, infatti: è questa la patatona bollente che ha squassato i nobilissimi cavalieri, duchi e conti e principi vari. Bergoglio, raccontano, non è che c’abbia capito poi tanto di quel che è successo, anche perché non è che la questione lo privi del sonno. Nel grande caos, una cosa è certa: è sparito il cardinale Raymond Leo Burke. Il conservatorissimo porporato, che dell’Ordine di Malta sarebbe ancora oggi il Patrono, non apre più bocca.

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