Virginia Raggi (foto LaPresse)

Tra Colomban e Raggi, la vera grande partita si chiama Acea

Giuseppe De Filippi

L’assessore ha il filo diretto con la centrale Casaleggio e dal suo ufficio sono transitati i nomi che, da giorni, vengono indicati come favoriti

Il capitalismo è spietato e non accetta dilazioni, cambi di idea, consultazioni telefoniche con Genova per smontare tutto. Insomma: in Acea bisogna fare le nomine e non è come per capi di gabinetto, capi segreteria, assessori. La scelta tocca al comune (socio con più del 50 per cento), la scadenza per le liste con i nomi dei consiglieri è alle ore 16 del 3 aprile, per poi andare in assemblea il 27 aprile. Il socio di maggioranza deve indicare contestualmente i nomi di amministratore delegato e presidente. L’assessore Massimo Colomban ha il filo diretto con la centrale Casaleggio. Dal suo ufficio sono transitati i nomi che, da giorni, vengono indicati come favoriti. Quello di Stefano Donnarumma, attualmente direttore Reti di A2A. E quello di Leonardo Becchetti, ordinario di economia a Tor Vergata (impegnato su vari fronti sociali, particolarmente contro il gioco d'azzardo e a sostegno di Banca Etica). Sembrerebbe decisionismo, ma non è così. Intanto quei due nomi bisogna portarli al traguardo. Per la presidenza è aumentato l’impegno di Catia Tomasetti per restare al suo posto, e non è da escludere che ci riesca. Mentre la continuità con una indicazione di stampo renziano (con benevolenza di Giorgio Napolitano) come fu quella di Alberto Irace, sarebbe difficile da digerire per il grillismo militante. Ed è un peccato perché i risultati raggiunti da Irace nella riorganizzazione dell’azienda sono stati buoni. Per Virginia Raggi e il resto della giunta non c’è a carico di Irace solo la provenienza originaria della sua investitura ma anche la stessa visione (per quanto efficace) del lavoro che deve svolgere la grande municipalizzata quotata in Borsa.

 

Si scontrano due progetti diversi. Quello della gestione uscente, che puntava a fare di Acea una specie di holding dei servizi elettrici, ambientali e idrici, del Centro-Sud. Per integrare, gestire reti, acquisire partecipazioni. E quello che nasce dalla fissazione grillina per l’acqua pubblica. Un piano un po’ cervellotico basato sullo sdoppiamento dell’azienda. I servizi idrici riconferiti in pieno a una gestione da municipalizzata all’antica (senza soci privati e ovviamente senza Borsa), mentre energia e gestione ambientale resterebbero all’attuale azienda quotata, in cui il comune sarebbe sceso come peso azionario.

 

Che ne sarà? Donnarumma in realtà è un manager che non ha un curriculum divergente rispetto al progetto di Irace e dei principali soci privati di Acea, che nel frattempo sono diventati i francesi di Suez, con una quota del 23 per cento, mentre il gruppo Caltagirone è sceso a ridosso del 5 per cento. E Colomban, pur possibilista sullo sdoppiamento, parla di espansione del ruolo di Acea anche nella gestione dei rifiuti. Ma, al mondo, l’unica convergenza nota in una sola azienda tra trattamento rifiuti e produzione e distribuzione di energia è quella che si verifica appunto in situazioni come A2A e che prevede l’uso dei termovalorizzatori, all’interno del cosiddetto ciclo integrato. Emerge così un certo tasso di pizzarottismo che potrebbe sempre essere utilizzato per rimettere tutto in discussione, mentre i gruppi di base legati all’esperienza del referendum sull’acqua già scalpitano per l’attività attuale di espansione nel settore da parte di Acea.

 

Ma almeno in Acea non ci sono da affrontare i temutissimi efficientamenti di Colomban. Quella parola, manageriale ma anodina, l’assessore venuto dal Veneto la ha usata moltissimo ieri in un incontro pubblico organizzato dalla Cisl (c’era anche, ma su altri temi, il vicesindaco Luca Bergamo). Efficienteremo, sempre stando al suo lessico, ma proteggendo i posti di lavoro. Lo ha detto e ripetuto, mentre scattava la corsa a identificare le due aziende che, non essendo efficientabili, bisognerebbe liquidare. S’è capito che le aziende sono Metropolitane e Multiservizi. Era arrivato con ben altri proclami, altro che efficientamenti. Con l’Acea elettrica e ambientale insieme rischia lo scontro frontale col grillismo di base. E vedremo se sarà sempre protetto dal nord.

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