Stazione Tiburtina on my mind (se trovi l'ingresso)
La prima stazione che nasce per l’Alta Velocità, è un sito sì-Tav per eccellenza, sull’asse che sta rifacendo l’unità d’Italia
Passando per Masaniello (via) non sembra ragionevole, né storicamente né politicamente, arrivare a Cavour (stazione). E infatti un provvidenziale cedimento dell’asfalto, già danneggiato (ma le ragioni del cedimento risultano tuttora da accertare), impedisce dal 17 dicembre di percorrere quella piccola derivazione della tangenziale Est intitolata al leader della rivolta (populista? sovranista?) contro il fisco spagnolo a Napoli che portava appunto alla stazione Tiburtina, il cui vero nome sarebbe stazione Cavour, come da intestazione avvenuta con solennità pari alla discrezione celebrando i 150 anni dell’unità d’Italia, nome ufficiale che appunto non rilevereste su nessuna cartina o google map e tantomeno sentireste negli annunci audio a bordo dei treni. Scelta saggia, comunque, questa della discrezione e che sarebbe andata a genio anche al Conte tessitore dell’unità, già intestatario a Roma di una piazza molto citata per ragioni di viabilità e di una lunga via (tra l’altro ben posta a servizio della stazione Termini) nella quale c’è una fermata della Metropolitana, quella sì detta e conosciuta universalmente come Cavour.
A evitare equivoci tra stazioni e tra stazioni e fermate va bene che Tiburtina continui a chiamarsi correntemente Tiburtina. Anche perché sempre più se ne parla, e i rischi di confusione a maggior ragione vanno evitati, e sempre più se ne parla perché, col dovuto ritardo e dopo aver subìto in tempi compressi il trattamento dell’autostrada Salerno-Reggio, la nuova stazione sta cominciando a funzionare, trasformando ciò che ha intorno. Partenza lenta, lo abbiamo già detto, tra equivoci, errori di valutazione, sgambetti e anche un incendio. Inaugurazione nel 2011, contrastata e malvoluta, momenti molto bassi prima nel 2012, con la protesta ufficiale di Ntv per il mancato completamento della struttura su cui avevano puntato per far partire il secondo gestore di treni ad alta velocità. Polemiche a tutto spiano, contrasti micidiali Ntv-Trenitalia, il ministro Lupi che sblocca finalmente la questione (parlando dello scalo ferroviario come vergogna nazionale). Nel 2013 i primi segni di ritorno della vita e poi l’avvio verso un caparbio cammino di rinascita.
Prima dell’intestazione cavouriana (ricordata anche con due bei discorsi del conte riportati su lastroni metallici all’ingresso, uno dedicato all’unità d’Italia e l’altro alle strade ferrate) e prima di tutti questi travagli c’era stata nel 2010 una precedente inaugurazione, dedicata solo ai nuovi ingressi del lato della stazione con vista su Pietralata. Quelli che da ora in avanti chiameremo gli IG (Ingressi Giusti). Comodi, ben serviti da strade di accesso e parcheggi, dotatissimi di scale mobili e pannelli informativi, ma tuttora non frequentati. Trattati come Cenerentola gli IG non solo nella loro prima inaugurazione poi oscurata dalle più risorgimentali inaugurazioni successive ma anche fino ai giorni nostri. Tenuti pressoché nascosti sia nelle indicazioni stradali in arrivo, sia in quelle per chi scende dai treni. Arrivando in auto per prendere qualcuno bisogna avere il fegato di fidarsi, nel buio della galleria, di un cartellino con un treno stilizzato, salvo poi ritrovarsi tra uno stradone e altre stradine (quelle da prendere) costeggiate da sterpaglie e con un’aria da set bello e pronto per film sulle esecuzioni di Mafia Capitale. Da lì, scacciando i pensieri sulla banda della Magliana, e azzeccando la roulette delle uscite dalle rotatorie, si arriva effettivamente negli IG e si entra in un mondo comodo ed efficiente.
Insomma, anche se ora anche loro hanno spostato il centro delle operazioni a Roma Termini, bisogna riconoscere che a Ntv ci avevano visto giusto fissando il primo headquarter alla Cavour: tolti i boicottaggi con cui si impedisce l’arrivo agli IG, e il degrado dell’ingresso storico, la stazione Tiburtina è nel punto giusto per servire un ampio quadrante della città, per semplicità le zone est e nord, con la forte domanda di alta velocità. Ed è piazzata benissimo per la zona universitaria di piazza Bologna e per quella produttiva della Tiburtina. E’ la prima stazione che nasce per l’Alta Velocità, è un sito sì-Tav per eccellenza, sull’asse che sta rifacendo l’unità d’Italia (Cavour ci scusi per la retorica) partendo da Salerno per attraversare Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Milano e Torino.
Con la ripartenza degli ultimi 3 anni siamo arrivati (dati del sito ufficiale) a quasi 500 treni al giorno, per 140 mila transiti di passeggeri e 51 milioni di utenti all’anno. Ancora meglio andranno le cose con il definitivo trasferimento degli uffici di Bnl-Paribas nella bella costruzione in vetro e cemento che della stazione è una specie di completamento verso l’alto. Sono previsti i primi trasferimenti di personale della banca entro i prossimi 4 mesi, in totale andranno nel nuovo palazzo 3500 persone, dando la spinta definitiva al completamento delle attività commerciali all’interno della stazione. Per il parcheggio da più di mille posti, sotto al palazzo Bnl-Paribas, siamo nelle mani di un Comune non proprio specializzato in grandi opere. Comune già in ritardo sulla destinazione dei mille metri quadri di cui dispone all’interno della stazione. Si era pensato anche a un incubatore per start-up, per sfruttare la vicinanza con l’università, ma non si vede nulla ancora all’orizzonte, né dal Campidoglio battono colpi.
Comunque la nuova proprietà di Grandi Stazioni, un consorzio di fondi internazionali, ha intenzione di proseguire nello sviluppo commerciale del grande tubo sopraelevato disegnato dall’architetto Paolo Desideri, con al suo interno altri parallelepipedi cavi sospesi (la sospensione nel vuoto sembra il motivo architettonico ricorrente), serviti da ascensori o da eleganti scale in legno, che dovrebbero ospitare ristoranti o altri spazi, ora solo uno di essi sembra pienamente abitato dalla, un po’ spettrale, sala riservata al club Freccia. Sta per nascere un supermercato ovviamente destinato all’intera zona circostante. Mentre due spazi dedicati allo street food nasceranno proprio sul lato degli IG. Ricordatevi: per accompagnare e andare a prendere, la parte giusta è quella. Basta mettersi d’accordo bene sul punto d’incontro (perché c’è anche una specie di uscita intermedia a tradimento) e evitare la tentazione di Masaniello.
Roma Capoccia - odo romani far festa