Aria di Nord Face

Maurizio Crippa

Dopo tanto “ritorno ai territori”, il Pd ci prova davvero. Arriva Zinga e si riparte dal nord perduto

“Non voglio rimanere l’ultimo di sinistra nel nord Italia”, aveva detto Beppe Sala qualche giorno fa, scherzoso ma a ragion veduta, spiegando, a Imola, perché fosse venuto a dar man forte a Stefano Bonaccini nella perigliosa campagna elettorale contro il fantasma di Salvini per le Regionali in Emilia-Romagna. Disse anche, il sindaco di Milano: “Mi chiedo: veramente questo territorio che vive di dimensione internazionale e attrae investimenti stranieri, turisti, può immaginare di cadere in mano a partiti e persone che parlano di chiusura?”. Nella domanda retorica c’è anche la risposta al perché Bonaccini abbia chiesto una mano, in pratica, soltanto al sindaco di Milano. L’idea, o la necessità, è quella di una sinistra che parli una lingua europea e si faccia capire dall’industria e dai settori produttivi, della ricerca, dell’innovazione. Insomma dalle regioni settentrionali e che trainano il paese (un nord allargato di diritto a Bologna e anche più in là) e che da molto tempo, soprattutto negli interessi delle imprese, si sente più rappresentato dal centrodestra. Se non dalla destra-destra. Il nord e la sinistra, una bella partita: a parte alcune roccaforti, per lo più città, da molto tempo è territorio “blu”, di destra. Secondo recenti sondaggi, il centrodestra unito in Veneto, Lombardia e anche in Piemonte arriva al 50 per cento. Non basta confidare nella forza autonoma dei sindaci, Giorgio Gori è un altro della partita. C’è molto lavoro da fare, terreno da dissodare.

   

 

Nasce così Nord Face, si parte oggi pomeriggio: una due giorni di tavoli di discussione e “ascolto” organizzata dal Partito democratico – iniziativa nazionale – dedicata appunto al nord. Quattro temi, quattro panel con un selezionato giro di tavolo: lavoro, sviluppo e ambiente, il nord “per l’Italia”. In sintesi giornalistica, lo sbarco di Nicola Zingaretti nella terra di Salvini (il segretario chiuderà i lavori sabato). In termini meno banali, il primo passo per un Pd reduce dalla Costituente delle idee a Bologna per riallacciare i rapporti e la presenza nelle regioni più produttive italiane. La due giorni è infatti segnalata come “prima tappa”, la prossima, ma verso primavera, sarà a Venezia, ci spiega Stefano Vaccari, responsabile dell’organizzazione del partito, emiliano. Ma è appunto nazionale l’iniziativa Nord Face, promossa dal milanesissimo Pietro Bussolati, oggi responsabile Imprese e Professioni in segreteria nazionale.

 

Che cosa sia Nord Face è facile spiegare: un incontro tra un Pd che ha voglia di raccogliere idee (dopo i lunghi refrain su “torniamo ai territori”, questa è la macchina nazionale che inizia a muoversi) e gli stakeholder – non solo economici – di Milano e Lombardia. Portatori sani dei loro cahier de doléances, ma anche di proposte specifiche che il partito proverà a mettere a punto. Ci saranno il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, si parlerà di infrastrutture (una delle richieste sempre pressanti al nord) con la ministra Paola De Micheli.

   

Ci saranno protagonisti della ricerca (altra fame) come Elena Granata e Roberto Cingolani, ci saranno interlocutori come Maurizio Del Conte giuslavorista della Bocconi, si parlerà di Green New Deal e altro ancora. L’aspetto interessante, al di là della due giorni in sé, ricca di ospiti, sarà vedere come il partito “nazionale” saprà poi metabolizzare quello che appare un po’ come un incontro ravvicinato del terzo tipo. Nella Milano del “modello” e in tempi passati della galoppata renziana dentro al Pd, la necessità di coniugare le politiche e le scelte di governo di sinistra tradizionale con gli orizzonti globalizzati di una sinistra lib-lab è sempre stata presente. Poi, una volta giunta a Roma, fosse il Nazareno o Palazzo Chigi, la voce riformista del nord si affievoliva fin quasi a perdersi. E’ una storia vecchia, anche Zingaretti la conosce bene, ma la sensazione è che il capolinea sia ormai arrivato. Gli organizzatori di Nord Face promettono che sarà una ripartenza diversa. Milano e tutto il nord faranno attenzione.

    

Venerdì 10 e sabato 11 gennaio, Chiostri di San Barnaba di via San Barnaba 48.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"