Cattedrale di Sant'Alessandro (foto Wikimedia)

Estetica e umiltà

Maurizio Crippa

Isaia con David Foster Wallace, rintocchi di campana con chitarra elettrica. A Bergamo

Ancora vuota sabato la città, l’esperienza estetica già la conoscete. Allora questa volta ve ne suggeriamo un’altra, ma c’è da uscire dalle porte e varcare le Mura di Bergamo. Un’esperienza sensoriale, dunque culturale, e musicale e di parola, dunque completamente umana, con spiragli sul divino. E anche assai fuori dagli standard, dai format degli spettacoli estivi consueti. Il profeta Isaia che duetta David Foster Wallace, i rintocchi del Campanone della cattedrale di Bergamo che duettano con la chitarra elettrica: e non una chitarra elettrica qualsiasi ma quella di Andrea Briado, che è uno dei migliori strumentisti italiani, e non c’è bisogno di spiegarlo ai fan di Vasco, né ai cultori della miglior musica italiana.

       

Esperienza ardita, ma non azzardata. In questi giorni a Bergamo, che per i milanesi è sempre stata città lontana oltre il confine, ma ormai siamo una megalopoli sola, si festeggia Sant’Alessandro, il patrono. Da tempo, alle bancarelle sul Sentierone, ai fuochi d’artificio e al resto del repertorio della festa popolare l’assessorato alla Cultura, la diocesi di Bergamo e altre istituzioni e associazioni culturali hanno cominciato ad affiancare proposte che alzino un po’ l’asticella, che riescano (o almeno ci provano) a parlare del “protagonista” della festa agli uomini di oggi. Così, da qualche anno si mettono a tema in spettacoli e incontri le “virtù”: che sono sì cristiane (del santo) ma sono altrettanto le virtù civiche che reggono il buon destino della città. Quest’anno tocca all’umiltà, “virtù rara oggi”, ammette l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti. E l’umiltà sarà il centro tematico di questo spettacolo multiplo, sabato 25 nel duomo, che ha per titolo “Il centro del mondo. Canto ad una virtù dimenticata”. L’ideazione e la realizzazione sono opera di DeSidera, un marchio nato qualche anno fa come festival di teatro sul territorio ma che ha ormai allargato la sua attività alla produzione e ben oltre Bergamo. L’idea di mettere insieme un profeta biblico e uno scrittore di culto americano, il suono antico delle campane e il suono per eccellenza del rock è venuta a Gabriele Allevi, che dirige DeSidera, allo scrittore e drammaturgo Luca Doninelli e Valter Malosti, uno dei migliori attori della scena italiana, che cura anche la regia e la traduzione di Foster Wallace, protagonista della seconda parte della serata con il testo della splendida conferenza “Questa è l’acqua”, che lo scrittore tenne in una università tre anni prima di morire. A Braido spetta la parte più suggestiva e incuriosente: far dialogare i suoi suoni elettrici con i cento rintocchi del Campanone che alle 22 in punto, per sei minuti, risuoneranno sopra la città. Un assolo cui poi seguiranno altri interventi a commento e contrappunto dei testi.

    

I testi, appunto. “La parola umiltà ha origine in humus, la terra fertile – spiega Doninelli – Perché la prima caratteristica di un umile è avere i piedi per terra ed essere realista”. “L’umile è colui che tiene i piedi ben saldi a terra, è colui che non ama allontanarsi dalla realtà per inseguire disegni astratti: sa creare cose splendide – dipinti, romanzi, poemi – ma sempre come piegando il capo alla maestà della vita, alla sua varietà imprevedibile, alla sua capacità di stupirci. L’umiltà non è disistima di sé. Semplicemente, ci ricorda che noi non siamo il centro del mondo”.

    

Un’idea “rara” appunto, ma non azzardata se riesce a mettere in comunicazione due autori lontanissimi nel tempo, nello spazio e nella dimensione culturale. Come i possenti richiami del profeta Isaia nella prima parte della serata, la sua celebre e inascoltata invettiva contro la superbia, e il testo di Foster Wallace, che parte da una storiella divertente, per suggerire una sorta di ascesi quotidiana laica per sconfiggere la tentazione di sentirsi al centro di un universo di cui saremmo i sovrani assoluti.

 

Bergamo, Città Alta, Cattedrale, sabato 25 agosto alle ore 21.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"