Sicurezza col botto

Maurizio Crippa

Il reato di omicidio stradale aumenta l’omissione di soccorso?  L’assessore la pensa come il Foglio.

Ora che s’è costituito, il “pirata” rischia l’accusa per “lesioni gravissime” e una condanna fino a sette anni di carcere, in base alle norme sempre più severe del Codice della strada. Un caso come mille. Un sabato sera tardi, un incrocio importante verso Porta Genova, la zona dei locali più frequentata dai milanesi. Lui è giovane, ha bevuto, anche le ragazze in motorino sono giovani, passano col verde, lui non si ferma al rosso, le travolge, scappa. Ferite molto gravi. Non finirebbe nemmeno nelle pagine locali, non fosse per il video che finisce subito in rete delle telecamere di sicurezza, non fosse per l’appello pubblico della Polizia municipale e dell’assessorato alla Sicurezza al responsabile dell’incidente: l’invito a costituirsi (l’avrebbero preso lo stesso, il 90 per cento dei casi viene risolto). Non sarebbe una notizia, non fosse che l’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Carmela Rozza, ha colto la (tragica) occasione per evidenziare un problema. Un problema che dalle colonne del Foglio, quando nel marzo scorso è stata approvata la legge sull’omicidio stradale, era stato a più riprese individuato. E cioè che l’inasprimento delle pene, come spesso accade anche in altre fattispecie di reato, avrebbe verosimilmente avuto effetti collaterali negativi.

 

Ad esempio: il rischio di arresto o di condanna grave avrebbe potuto indurre chi causa un incidente alla fuga e all’omissione di soccorso. Che è pure reato e spesso causa morte o lesioni tanto quanto “il botto”. Secondo la Polizia locale, a Milano i casi di omissione di soccorso sono in aumento: nel 2014 erano state avviate 25 indagini (i dati si riferiscono ai casi di incidenti con esiti gravi o mortali, per i quali si procede d’ufficio) e 24 nel 2015. Nella prima parte del 2016, invece, le omissioni di soccorso sono già 30. Da qui le dichiarazioni dell’assessore Rozza, a proposito dell’introduzione del reato di omicidio stradale: “Ci deve essere una riflessione, rischiamo di aver fatto una legge in teoria giusta ma inappropriata nella pratica”, perché non prende in considerazione la “differenza tra chi investe e poi si ferma a prestare soccorso e chi non si ferma. Invece ci dev’essere una differenza importante”, proprio per evitare che sia psicologicamente favorita la tentazione di fuggire, tralasciando il dovere di soccorso.

 

Secondo i “ghisa” di Milano, in media, ogni due giorni un automobilista scappa dopo aver provocato un incidente. Sul Foglio avevamo sostenuto, contro l’onda emotiva da “populismo penale”, che istituire una fattispecie autonoma di omicidio “stradale” e un apposito reato di “lesioni personali stradali” (dal quale sono del resto escluse le lesioni lievi) con pene fino ai 12 anni (18 in caso di omicidio plurimo o di ulteriori lesioni),  aumentabili in caso di fuga, non avrebbe alzato di molto la sicurezza, né reso più facilmente punibili comportamenti già abbondantemente sanzionati dalle leggi. Con il corollario dell’induzione dell’omissione di soccorso, giustamente segnalata dall’assessore Rozza.

 

Il progetto dello Human Technopole, il più importante dell’area Expo, decolla da gennaio 2017. Matteo Renzi ha firmato il decreto che stanzia i primi 80 milioni per la costruzione dei laboratori. Altri 50 milioni erano stati stanziati dal governo per entrare in Arexpo, la società che dovrà gestire la riconversione dell’intera area. Ma è il trasferimento a Rho-Pero di Città Studi (operazione da 380 milioni), che è ancora ferma. Polemico il rettore della Statale, Gianluigi Vago: “Tutti sono convinti dell’importanza del trasloco del Campus universitario, ma nessuno l’ha ancora finanziato”.

 

Il Cav della Mangiagalli, il Centro Aiuto alla Vita fondato da Paola Bonzi, organizza il suo annuale Charity Party, “Gala Cav” di autofinanziamento martedì 4 ottobre, a Palazzo Castiglioni in Corso Venezia, gioiello dell’Art Nouveau, sede della Unione del commercio - Confcommercio. Quota minima di partecipazione 100 euro, si prenota su www.cavmangiagalli.it

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"