Jacopo Bassano, "Ultima Cena", 1546

preghiera

L'Ultima Cena più importante è quella con l'agnello

Camillo Langone

Non quella celeberrima di Leonardo, o quelle del Ghirlandaio, del Perugino, di Andrea del Castagno, del Tintoretto, di Giotto - tutte rilevanti, ci mancherebbe - ma quella di Jacopo Bassano. Perché raffigura precisamente ciò che Gesù ha desiderato mangiare

Qual è l’Ultima Cena più importante? Quella celeberrima di Leonardo? O quelle del Ghirlandaio, del Perugino, di Andrea del Castagno, del Tintoretto, di Giotto? Tutte rilevanti, ci mancherebbe. Ma innanzitutto dal punto di vista artistico. Mentre dal punto di vista antropologico, in tempo di intelligenza artificiale e transumanesimo il più urgente, l’Ultima Cena più importante è quella di Jacopo Bassano, conservata alla Galleria Borghese. Datata suppergiù 1546. Come giustifico questa gerarchia? Per la testa di agnello in primo piano, indicata da Gesù. Non ricordo, nella storia di tale soggetto sacro, agnelli altrettanto plateali. Leonardo davanti a Cristo mise addirittura un piatto vuoto, e io sento odore di spiritualismo. Molto meglio Jacopo Da Ponte, detto poi Bassano dalla città natale: ammirando il suo cenacolo è impossibile dimenticarne il piatto forte. Lo disse Gesù in persona: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questo agnello pasquale” (Vangelo di Luca nella traduzione di José Miguel Garcia). E vederlo così dipinto rende indelebile il menù. Solo un cieco, o un animalista dunque un pagano, può ignorare il contenuto di tanto quadro: Dio vuole che a Pasqua si mangi l’agnello.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).