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Un pianto per Tatjana Patitz, per un po' la donna più bella del mondo

Camillo Langone

La supermodella, morta da pochi giorni, aleggiava, e aleggia tuttora grazie a YouTube, nel video del pezzo più bello dei Duran Duran, “Skin trade”. In quel tempo la bellezza era algida ed esclusiva, non empatica e inclusiva

Piango la bellezza, dallo sprofondo di questo tempo di Veneri nere e steatopigie piango Tatjana Patitz (1966-2023) che in un tempo tutto diverso mi apparve come la donna più bella del mondo oltre che la donna più bianca del mondo: nata ad Amburgo, cresciuta in Svezia, modella di Helmut Newton... Aleggiava, e aleggia tuttora grazie a YouTube, nel video del pezzo più bello dei Duran Duran, “Skin trade” (oltre che il pezzo più bello sarebbe anche il video più bello se il faccione di Simon Le Bon non rubasse tanto spazio alle grazie di Tatjana). In quel tempo, in quel 1987, la bellezza era algida, non empatica, esclusiva, non inclusiva, nivea, non scura. Non si vergognava di sé stessa né di essere, per dirla con Byung-Chul Han, “un fenomeno del lusso”. In quel video, a 1:13, la lussuosa Tatjana rovescia gli occhi al cielo ed ecco, per dirla stavolta con Mario Andrea Rigoni, “il lampo dell’assoluto nella miseria del tempo”.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).