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Non fate leggere il tragico libro di Michele Silenzi al ministro Roccella

Camillo Langone

In "L'uomo indifferenziato" si spiega bene perché si è smesso di fare figli. Già il ministero è una contraddizione in termini (Natalità e Pari opportunità). E un ministro, per quanto bene intenzionato, non può certo restituire a un popolo la cornice metafisica

Non fate leggere “L’uomo indifferenziato” di Michele Silenzi (Rubbettino) a Eugenia Roccella. Già il suo ministero è una contraddizione in termini (Natalità e Pari opportunità), non vorrei che dopo la lettura si dimettesse per lo sconforto e un poco mi dispiacerebbe. Silenzi in questo saggio spiega bene perché si è smesso di fare figli. Innanzitutto spiega perché è finito il matrimonio: “Il breve periodo e la massimizzazione dell’utilità personale diventano le linee guida della vita di ogni individuo. Il matrimonio non regge a questo tipo di spinta centrifuga e tende a spezzarsi perché perde la sua componente di progetto di lungo periodo”. Poi spiega perché le culle sono e rimarranno vuote: essendosi “persa ogni cornice mistica o metafisica, qualsiasi orizzonte di lungo termine e di significato, al cui interno giustificare il sacrificio necessario per creare una famiglia”. Un ministro, per quanto bene intenzionato, non può certo restituire a un popolo la cornice metafisica, l’orizzonte di significato. Cosa può fare un ministro della Natalità e delle Pari opportunità? Può soltanto fare rima.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).