L'artista Carel Willink (1900-1983). Foto di Wikimedia

Preghiera

Non è tutta arte quella che luccica

Camillo Langone

Talvolta gli artisti invitati alla Biennale finiscono nel dimenticatoio, ad altri invece va molto meglio

Non siano invidiati gli artisti invitati alla Biennale. Basta scorrere gli elenchi dei partecipanti alle edizioni degli scorsi decenni per trovare, a fianco di alcune stelle rimaste nell’empireo, numerosi carneadi, artisti prima sedotti e poi abbandonati dal sistema (e chissà che fine hanno fatto dopo essere stati scaricati dalle gallerie: hanno aperto un bar? Hanno brigato per ottenere supplenze di disegno?). Lo conferma “Outsiders 3” di Alfredo Accatino (Giunti) che racconta parabole anomale dell’arte novecentesca. Esemplare quella di Marisol Escobar, bellissima artista venezuelana che uscì dai radar subito dopo la partecipazione alla Biennale del 1968. Mentre negli stessi anni un pittore figurativo olandese snobbato dai critici, Carel Willink, si consolava dei mancati inviti a Venezia circondandosi di giovani muse e con lo status di “ritrattista più pagato del Nord Europa, sino a settantamila fiorini per un ritratto, quanto una fuoriserie. Dimostrazione tangibile che gli outsiders possono anche morire vecchi, sessualmente attivi, probabilmente felici perché gli scoppia il portafoglio”. Non siano invidiati gli artisti invitati: siano invidiati, se proprio non si è capaci di non invidiare, gli artisti ben pagati.
 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).