Vorrei baciare la diabolika Eva Kant

Camillo Langone

La complice erotica del super criminale in calzamaglia (classe 1963) è bella e ama le cose belle. Una mostra al Museo del Cinema di Torino firmata da Luca Beatrice, Domenico De Gaetano, Luigi Mascheroni

Dei fumetti non me ne è mai fregato niente. Faccio un’eccezione per Eva Kant. Fino al 14 febbraio al Museo del Cinema di Torino, la Mole Antonelliana, c’è la mostra “Diabolik alla Mole” firmata da Luca Beatrice, Domenico De Gaetano, Luigi Mascheroni. Il mio sguardo è attratto dalla femme fatale inventata nel 1963 dalle sorelle Giussani, fumettiste ed editrici milanesi, per fornire una complice erotica al loro criminale in calzamaglia.

  

Il 1963 è l’anno di “Fratelli d’Italia” di Alberto Arbasino, delle polaroid porno di Carlo Mollino e della foto scattata a Parma in cui Ugo Mulas immortalò Franco Maria Ricci a bordo della sua Jaguar E-Type (oggi visibile nel Labirinto di Fontanellato). Oltre che di Ricci, l’iconica E-Type è la macchina di Diabolik ed Eva Kant.

 

Eva è bella e ama le cose belle, nella sua casa e nella mostra di Torino vediamo la lampada Taccia dei fratelli Castiglioni e la chaise longue di Le Corbusier, nel suo curriculum troviamo furti di opere d’arte e attentati alle sedi del fisco. Dea bionda del fumetto nero, vorrei baciarla come fa Diabolik nel corso delle loro avventure: cupamente, profondamente... (C’è chi si eccita a parlare di presidentesse della repubblica, io mi sono eccitato a parlare di Eva Kant).
 

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).