Bela Lugosi in "Dracula", 1931 (Wikipedia) 

preghiera

Piccola Ungheria, baluardo contro gli idoli di oggi

Camillo Langone

Forse qualcuno la ricorda principalmente per Ilona Staller o Bela Lugosi. In realtà è una terra in lotta: contro il coranismo di Istanbul, il comunismo di Mosca, l'omosessualismo di Bruxelles

Santo Stefano d’Ungheria, patrono d’Ungheria, primo re d’Ungheria, fondatore della Chiesa d’Ungheria, a te che combattesti i pagani e gli idoli devo confessare che fino a ieri l’Ungheria era per me soprattutto la nazione delle pornostar, poveri idoli di carne. Per mia ignoranza, ovvio: non viaggio, non conosco le lingue, non mi piace molto la musica classica (e comunque Liszt non so nemmeno come si pronuncia)... Cosa c’è di più triste di una pornostar? Una vecchia pornostar, tipo Ilona Staller che vecchi amici, non troppi anni fa, ancora citavano sospirando. Triste è anche l’avere anziché un mare un lago, per giunta paludoso. Non molto allegro nemmeno il vostro massimo attore, Bela Lugosi, a cui i Bauhaus dedicarono non a caso il capolavoro del gotico sepolcrale: “Bela Lugosi’s dead”.

 

Santo Stefano d’Ungheria, mea culpa, mea maxima culpa, non avevo capito che a caratterizzare la piccola Ungheria è invece la lotta contro i grossi, prepotenti, violenti idoli imperiali: il coranismo di Istanbul nel Seicento, il comunismo di Mosca nel 1956, l’omosessualismo di Bruxelles oggi... Santo Stefano d’Ungheria, ascolterò molte volte, a titolo di espiazione (detesto polke e valzer), il brano composto da Johann Strauss in vostro onore: “Éljen a Magyar!” (Viva gli ungheresi!).

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).