Carstian Luyckx, Natura morta opulenta, 1650 

Preghiera

Passatista? No, edonista

Camillo Langone

La "vita notturna" è inevitabilmente diventata prerogativa dei rider. Ma le meraviglie del frigorifero non se le può permettere nessun locale da zainetto

Alle nove di sera esco in tabarro nella città semideserta di pedoni e però trafficata da zainetti sfreccianti. I ciclisti, quasi mai italiani, sono alieni per me. Io, così visibilmente autoctono, sono alieno per loro e però succede che, affannati, disorientati, mi chiedano un indirizzo: dunque per scovare certi borghetti, certi vicoli, i nativi sono tuttora meglio delle mappe telefoniche. La tentazione di usufruire del servizio non mi viene proprio. Non vorrei mai avere sulla coscienza un incidente (vanno a velocità assurde, non sembrano fare molta attenzione agli incroci). E poi se gli zainetti piacciono a così tanta gente non possono piacere a me. Ho buone gambe, bicicletta, automobile: se voglio qualcosa me la vado a prendere. Ho un frigorifero e una dispensa, basta che apra uno sportello e trovo meraviglie che nessun locale da zainetto può permettersi: il burro Fratelli Brazzale, l’olio monocultivar coratina del Frantoio Muraglia, l’aceto di miele Mieli Thun, il formaggio stravecchio di Malga Cima Larici, il salame Matusalam della Fattoria di Parma, i pomodorini datterini Mutti, la colatura di alici Delfino, lo zafferano di Persia Platinum Extra, il riso Volano della Grandi Riso, le mezze maniche semi-integrali Pingue trafilate al bronzo, le candele Pasta Reali Siti, sempre al bronzo… Metto l’acqua sul fuoco e nel tempo che i divanisti impiegano per ordinare alla servitù cibo scadente io porto in tavola un piatto eccelso e libero. Passatista? No, edonista.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).