(foto LaPresse)

Antonio Socci è il mio apocalittico di fiducia

Camillo Langone

Leggendolo in questo momento particolare condivido la sua opinione di Papa Francesco: più che l'Anticristo è un povero untorello

Antonio Socci è il mio apocalittico di fiducia. E questo, fra Peste e Ceneri, è proprio il momento di leggerlo. Lui sul tema è preparatissimo, mica come me che mi sono perso fra profumi e balocchi, bottiglie e tabarri, e un libro apologetico non saprei più scriverlo. Nel suo ultimo “Il dio Mercato, la Chiesa e l’Anticristo” (Rizzoli) i più autorevoli autori che negli ultimi due secoli hanno parlato del falso Cristo ci sono tutti e specialmente Dostoevskij, Solovev, Robert Benson, Fulton Sheen, Paolo VI, Josef Pieper, Ivan Illich, il cardinale Biffi, Papa Ratzinger, Massimo Cacciari… Alla fine ecco una conclusione personale: “Si può sospettare papa Bergoglio di essere un anticristo? No, per molti motivi; oltretutto l’Anticristo biblico è una figura titanica e non mi pare proprio che sia il caso del Papa argentino, nonostante le sue velleità rivoluzionarie”. Non pare nemmeno a me: insistendo sul senzafrontierismo in tempi neomanzoniani di quarantena, Papa Bergoglio ci fa la figura non dell’Anticristo ma, Dio mi perdoni, del povero untorello.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).