Corruzione? Il vero reato è abbandonare Trani per Dubai

Camillo Langone

Perché vendere la giustizia in cambio di una vacanza nel Golfo è insultante

Non riesco proprio a esultare quando qualcuno pur giustamente finisce in galera. Il carcere mi mette angoscia anche solo a sentirlo nominare (per questo non metto piede in quei ristoranti che credono di poterci scherzare sopra, come il celebratissimo Ora d’aria di Firenze). Ma vendere la giustizia in cambio di una vacanza a Dubai è un crimine davvero efferato. Se poi abitava a Trani, il magistrato su cui pesa l’accusa, il crimine si prospetta efferatissimo. Concederei un’attenuante nel caso di residenza a Foggia, o ad Alessandria: ma se abiti a Trani cosa ci vai a fare a Dubai? A Dubai c’è un grattacielo babelico che è un graffio a Dio, a Trani un campanile romanico che è una lode al Creatore. A Dubai le messe si bisbigliano in luoghi appartati, a Trani senti campane e vedi chiese ovunque. A Dubai il vino (quasi sempre cattivo e sempre assurdamente costoso) devi berlo di nascosto, a Trani il rosa di Bruno Vespa ti viene servito ai tavolini esterni del Bar Centrale, sul marciapiede più affollato. Si consideri una vacanza a Dubai in ogni caso una colpa nei confronti della nostra civiltà: l’eventuale corruzione in atti giudiziari è solo un’aggravante.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).