Amos Oz

L'avvertimento di Amos Oz sui rischi degli stati multietnici

Camillo Langone

Lo scrittore ebreo contrario ad una nazione che riunisca arabi e ebrei: “Se annettessimo Cisgiordania e Gaza noi diventeremmo ben presto una minoranza nel nostro Paese”

Dagli ebrei la salvezza (Giovanni 4,22), da Amos Oz un avvertimento. Oz non è uno skinhead di Como, è un ebreo di Tel Aviv, per giunta un figlio di perseguitati, un laburista, un fondatore di Peace Now, un autore Feltrinelli. Eppure dice: “Sono scettico degli Stati multinazionali”. Dove “scettico” è un eufemismo e “multinazionale” va tradotto con “multietnico”. Oz, intervistato dal senzafrontierista Corriere che cerca di depotenziarlo a cominciare dal titolo, si dichiara contrarissimo a uno Stato che riunisca arabi ed ebrei: “Se annettessimo Cisgiordania e Gaza noi diventeremmo ben presto una minoranza nel nostro Paese”. Non si possono accogliere dentro i propri confini popoli più fecondi perché “è difficile essere minoranza sotto una maggioranza musulmana”. E’ difficile anche per le minoranze non ebraiche e Oz ricorda i tristi casi degli yazidi e dei cristiani iracheni. Quindi “dobbiamo separarci, come in un condominio dove ognuno ha il suo appartamento. Non mi piacciono i dormitori”. Rifiutino la salvezza che viene dagli ebrei coloro che vogliono vivere in un dormitorio.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).