Viviamo l'epoca dei cavernicoli in maglietta

Camillo Langone

Un tempo presentarsi da dandy era molto più difficile di oggi

Al tempo di Oscar Wilde per fare il dandy dovevi metterti un girasole all’occhiello. Al tempo di Lord Brummel dovevi disporre di un valletto, di una montagna di cravatte bianche inamidate e di molto tempo (“qualche ora” secondo i maligni) per azzeccare il nodo. Al tempo di Gabriele D’Annunzio dovevi possedere una camicia da notte di seta con foro profilato in oro all’altezza del pube. Al tempo dell’avvocato Agnelli dovevi mettere la cravatta sopra il pullover e l’orologio sopra il taschino. Oggi è tutto molto più semplice.

 

Grazie alla presente deculturazione, che in campo vestimentario si esprime con un ritorno al coprirsi sommario dei cavernicoli, per fare gli elegantoni spesso basta un paio di pantaloni lunghi. “A portare la camicia siamo rimasti io e te”, ha detto un amico in trattoria e mi sono girato ed effettivamente gli altri avventori erano tutti firmati Rousseau: selvaggi in maglietta. Si colga il buono del generale abbrutimento in questo sempre più facile distinguersi: solo dieci anni fa non sarebbe stato possibile indossare un cinquetasche azzurro comprato da Boggi in saldo e sentirsi un principe ereditario, oggi invece succede e mi è successo ieri.

Di più su questi argomenti:
  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).