Venere degli Stracci, 1967 - Michelangelo Pistoletto | by y.caradec

Preghiera per proteggere l'arte dai lucertoloni del ventunesimo secolo

Camillo Langone

San Giorgio, esci dalla tela cinquecentesca del Carpaccio che ti raffigura e infila la lancia nella gola del più grossolano degli artisti italiani famosi

San Giorgio, ti segnalo un drago da trafiggere, si chiama Michelangelo Pistoletto. E’ il più grossolano degli artisti italiani famosi, è un Michelangelo caduto ovvero un Micheldiavolo: da sempre (almeno dalla “Venere degli stracci” del 1967) diffonde l’idea che l’arte non sia elevazione ma abbassamento e da qualche tempo superbamente dichiara di voler fondare il paradiso in terra, un Terzo Paradiso che dovrebbe “generare una nuova umanità”. Vasto, satanico programma. Quando l’arte non riesce a produrre estetica (le opere di Pistoletto sono la prova che il brutto oggettivo esiste) e si ammanta di etica, qualcuno ci casca sempre: c’è cascato l’astronauta Paolo Nespoli, entusiasta di usare il Terzo Paradiso come logo della prossima missione nello spazio; ci sono cascati i monaci benedettini che del tutto dimentichi di Cristo hanno ora consentito all’empio artefice di profanare, con specchi e sproloqui esplicitamente anticattolici, niente meno che la tua bellissima basilica veneziana. San Giorgio, esci dalla tela cinquecentesca del Carpaccio che ti raffigura e infila la lancia nella gola di questo lucertolone del ventunesimo secolo.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).