Stefano Degrandis/LaPresse

Per risolvere il problema della siccità, via i turisti da Parma

Camillo Langone

In fase di prenotazione nessuno avrà detto loro che Parma ha il clima peggiore della Val Padana quindi d’Italia, come dimostrano i dati storici

Turisti a Parma d’estate? Ma sono pazzi? Non sanno che nella città dei buoni salumi il clima è cattivissimo? Dichiarando lo stato di emergenza, il governo ha addebitato la crisi idrica che ha colpito le province di Parma e di Piacenza anche ai “rilevanti afflussi turistici”. Escludendo che ci si riferisse alla poco attrattiva Piacenza o alla zero attrattiva Fidenza, la colpa dei superconsumi d’acqua sarà di quei poveretti che vedo scarpinare e sudare sotto il sole, in gruppo dietro la guida come pecore dietro il pecorone, fra Regio, Pilotta e Battistero. In fase di prenotazione nessuno avrà detto loro che Parma ha il clima peggiore della Val Padana quindi d’Italia, come dimostrano i dati storici: a luglio la temperatura massima media è 30,1 gradi, con punta a 40,2, e senza il conforto di una bava di vento o di una goccia di pioggia. Peggio perfino delle vicine Reggio, Piacenza, Mantova, Cremona, peggio di qualsiasi altra città della pianura salvo forse Lodi che però ha minime più umane. Nessuno glielo ha detto e allora glielo dico io: qui l’estate è feroce, e la puzza dei rifiuti della differenziata di Pizzarotti non lascia scampo, e di notte in centro non si dorme perché la movida rugge più forte che a Torino. Avete pure una certa età, dovreste pensare alla salute. Per il bene vostro, e di noi residenti che rischiamo i rubinetti a secco, vi prego di scegliere altre mete. A Dio piacendo ci vediamo quest’inverno.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).