C'è bisogno di riaprire i collegi

Camillo Langone

Un tempo era una minaccia, "ti mando in collegio". Forse però non era il luogo terribile che veniva prospettato in famiglia

Don Bosco fondatore di collegi, che fine hanno fatto i collegi? Oggi i genitori come possono mettere in riga i figli discoli senza lo spauracchio di istitutori e camerate? Mi diceva la nonna Rosa: se non ti comporti bene finirai in collegio! Quell’efficace minaccia mi è tornata in mente leggendo da una parte le notizie da Vigevano, i quindicenni colpevoli di sevizie e devastazioni, e dall’altra il libro dedicato dagli ex allievi del convitto salesiano di Parma al loro storico educatore, don Giovanni Messa, tuo seguace. Destini diversi siccome i bulli ora sono nel carcere minorile mentre gli ex salesiani hanno fatto strada e qualcuno molta strada, come Carlo Ancelotti: “Considero il periodo passato al convitto un momento molto formativo perché ho imparato a organizzarmi le giornate e a convivere con gli altri”. Forse il collegio non era il luogo terribile che mi veniva prospettato in famiglia. Io non sarei comunque diventato un campione dello sport ma sarei diventato un po’ meno asociale, e i quindicenni di Vigevano non soggiornerebbero al Beccaria. Purtroppo, don Bosco, negli ultimi anni molti collegi hanno chiuso, non so a Vigevano ma a Parma senz’altro e proprio nel momento in cui si è aperto il problema delle baby-gang che in via Mazzini picchiano i negozianti. Perché laddove non sei presente l'educazione va e la spontaneità viene.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).