In difesa dell'oste di Casaletto lodigiano che ha ucciso il ladro

Camillo Langone

San Bernardo di Chiaravalle scrisse: “Chi uccide un malfattore non deve essere reputato un omicida ma un malicida”

San Bernardo di Chiaravalle, chi da Milano va a Casaletto Lodigiano sfiora la tua abbazia e la magnifica torre campanaria ottagonale, vanto della pianura lombarda. Giusto un anno dopo la fondazione di Chiaravalle Milanese terminasti la stesura del “Libro della nuova cavalleria” in cui si legge: “Chi uccide un malfattore non deve essere reputato un omicida ma un malicida”. L’altro giorno a Casaletto un malicida ha ucciso un malfattore. Adesso alcuni accusano Mario Cattaneo di scarsa umanità per aver riaperto subito la sua osteria, o mostrano di non credere alla sua versione dei fatti. Altri gli manifestano solidarietà affollando il locale dove si gustano padanissimi cibi quali nervetti, pisarei, risotto con la raspadüra, rane (basterebbe questa lista per capire che doveva considerarsi un eroe lombardo già prima dello sparo fatale). Però ancora nessuno ha proposto di nominarlo cavaliere: cavaliere dell’antica e attualissima cavalleria malicida di San Bernardo, s’intende. Nel tuo nome mi permetto di farlo io.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).