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Prove di islamizzazione a Maastricht

Camillo Langone

La più grande fiera d'arte e antiquariato del mondo, Telaf, censura un'opera dell'artista italiano Luca Pignatelli intitolata “Persepoli": una dea pagana sovrapposta a un tappeto da preghiera islamico

Sant'Amando di Maastricht, proprio nella città di cui fosti vescovo, e da cui partisti per evangelizzare l'Olanda, si fanno prove avanzate di Eurabia. Non a caso nella città del trattato che ridusse a enti locali gli stati nazionali europei, svuotandoli economicamente, militarmente, moralmente: città dove oggi le chiese chiudono mentre si aprono “muslim prayer room” negli ospedali, e dove in questi giorni si svolge la più grande fiera d'arte e antiquariato del mondo, Tefaf, la cui commissione ha rimosso un'opera dell'artista italiano Luca Pignatelli intitolata “Persepoli”. Perché provocatoria, dice il comunicato, ma è una scusa: l'arte contemporanea è provocatoria per definizione, se alla Tefaf avessero come criterio la non-provocazione potrebbero esporre solo nature morte del Seicento. La verità è un'altra: l'opera di Pignatelli consiste in una dea pagana sovrapposta a un tappeto da preghiera islamico. E questo, Sant'Amando, in Eurabia non si può. Qui gli artisti sono liberi di sputare sul cristianesimo ma possono citare l'islam solo in ginocchio. Sant'Amando, proteggici dalla censura che viene dal deserto.

 

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).