Papa Francesco (foto LaPresse)

Perché ho deciso di diventare figlio di Noè

Camillo Langone

Ho cominciato a leggere il suo “266. Jorge Mario Bergoglio Franciscus P. P.” (Liberilibri) e l’ho abbandonato presto. L’ho trovato molto pacato e argomentato, eppure l’ho abbandonato

Aldo Maria Valli mi perdoni, ma io sono un figlio di Noè. Ho cominciato a leggere il suo “266. Jorge Mario Bergoglio Franciscus P. P.” (Liberilibri) e l’ho abbandonato presto. L’ho trovato molto pacato e argomentato, eppure l’ho abbandonato. Che il Santo Padre pronunci da anni e quasi ogni giorno parole confliggenti con Cristo e i Santi, la Madonna e i Profeti, le encicliche, i Papi precedenti, i catechismi passati e presenti, le leggi dell’economia, la ragione, la storia, la carità, la logica, il buon senso, lo so bene. Ma Papa Francesco è appunto un padre. Quindi ho deciso di diventare figlio di Noè, beninteso non Cam che derise il genitore ubriaco ma Sem o Iafet che camminarono all’indietro per non vederne la nudità. Non nego l’evidenza né metto la testa sotto la sabbia: giro la testa, è diverso e nel libro della Genesi è lodato.

Di più su questi argomenti:
  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).