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Meloni vara un nuovo decreto flussi: via libera all'ingresso di mezzo milione di immigrati nei prossimi tre anni

Simone Canettieri

Possibile già lunedì in Consiglio dei ministri il nuovo dpcm per gli anni 2026-27-28. Ultime trattative per le quote. Sul dossier i ministeri del Lavoro, dell’Interno, del Turismo e dell’Agricoltura

Il governo Meloni è pronto a varare già lunedì un nuovo decreto flussi triennale che prevederà l’ingresso in Italia di oltre mezzo milione di lavoratori immigrati non comunitari tra stagionali e fissi.

In queste ore i ministeri del Lavoro, del Turismo e dell’Agricoltura stanno inviando le quote a Palazzo Chigi e al Viminale per fare in modo che lunedì, giorno del Consiglio dei ministri, sia varato il nuovo dpcm per gli anni 2026-27-28. Se ci fossero ritardi tecnici il dpcm slitterà ai prossimi giorni, comunque prima della pausa estiva.

Non è una sanatoria di immigrati, spiegano al Foglio fonti di governo, bensì la risposta a una domanda di lavoro che in Italia è molto presente a fronte di una risposta carente. 

La cifra esatta del nuovo decreto flussi è considerata, dai ministri interessati al dossier, molto consistente. “Supererà il mezzo milione di persone, compresi però gli stagionali”.

Il dibattito è in evoluzione in queste perché il dicastero del Lavoro di Marina Calderone ha proposto inizialmente di allineare i flussi rispetto ai numeri realmente impiegati l’anno precedente sulla base dati Inps. “Non è del tutto sbagliato ma c’è la possibilità che sia colpa della burocrazia il mancato completo utilizzo delle quote”, spiegano fonti del governo. Quindi anche dentro Fratelli d’Italia, a partire dal ministro Francesco Lollobrigida, c’è chi è per tenere il parametro vicino alle richieste delle associazioni di categoria. Trattative ancora in corso, così come la collaborazione con i paesi africani inseriti nel Piano Mattei.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.