Il caso

Meloni riceve Zelensky: "Abbiamo discusso dell'invio di nuove armi". Ma la premier: "Noi per giusta pace e ricostruzione"

Simone Canettieri

Il vertice fra la premier e il leader ucraino. A luglio la conferenza per la ricostruzione a Roma

Lui la ringrazia, lei parla di pace. Al termine della cena, che poi è uno dei tanti bilaterali di Volodymyr Zelensky in questo tour europeo, Giorgia Meloni a sorpresa convoca il podio delle dichiarazioni inizialmente non previste. La premier spiega: "L'Ucraina continua a vivere sotto bombardamenti indiscriminati contro obiettivi civili e infrastrutture critiche, Inizia il terzo inverno di guerra con metà della rete elettrica fuori uso. Ciò nonostante il popolo ucraino continua a resistere in modo eroico perché è un popolo che vuole essere libero di scegliere il proprio futuro ed è responsabilità della comunità internazionale aiutarlo in questa speranza".

Da qui l'annuncio della presidente del Consiglio italiano. Una conferenza per la ricostruzione a Roma i prossimi 10 e 11 luglio. Meloni parla di negoziato credibile con Mosca. E aggiunge che la pace "non è una resa".  Sono parole sfumate, quelle della premier. Perché da una parte assicura che l'Italia rimarrà al fianco di Kyiv fino a quando sarà necessario, dall'altra spinge per arrivare a un'intesa che ovviamente non umili i l'Ucraina. Zelensky dice di aver discusso con "Giorgia" del piano per la vittoria. E dà una notizia: "Abbiamo anche discusso della preparazione di un nuovo pacchetto di difesa". Questo significa che è facile immaginare un decimo invio di armi all'Ucraina. Notizia che forse Meloni voleva tenere bassa per motivi di opinione pubblica interna. Il cortocircuito è presto detto, tanto che Palazzo Chigi poi specificherà: "Il nostro è un sostegno per una giusta pace e per la ricostruzione".

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.