
Il caso
Meloni riceve Zelensky: "Abbiamo discusso dell'invio di nuove armi". Ma la premier: "Noi per giusta pace e ricostruzione"
Il vertice fra la premier e il leader ucraino. A luglio la conferenza per la ricostruzione a Roma
Lui la ringrazia, lei parla di pace. Al termine della cena, che poi è uno dei tanti bilaterali di Volodymyr Zelensky in questo tour europeo, Giorgia Meloni a sorpresa convoca il podio delle dichiarazioni inizialmente non previste. La premier spiega: "L'Ucraina continua a vivere sotto bombardamenti indiscriminati contro obiettivi civili e infrastrutture critiche, Inizia il terzo inverno di guerra con metà della rete elettrica fuori uso. Ciò nonostante il popolo ucraino continua a resistere in modo eroico perché è un popolo che vuole essere libero di scegliere il proprio futuro ed è responsabilità della comunità internazionale aiutarlo in questa speranza".
Da qui l'annuncio della presidente del Consiglio italiano. Una conferenza per la ricostruzione a Roma i prossimi 10 e 11 luglio. Meloni parla di negoziato credibile con Mosca. E aggiunge che la pace "non è una resa". Sono parole sfumate, quelle della premier. Perché da una parte assicura che l'Italia rimarrà al fianco di Kyiv fino a quando sarà necessario, dall'altra spinge per arrivare a un'intesa che ovviamente non umili i l'Ucraina. Zelensky dice di aver discusso con "Giorgia" del piano per la vittoria. E dà una notizia: "Abbiamo anche discusso della preparazione di un nuovo pacchetto di difesa". Questo significa che è facile immaginare un decimo invio di armi all'Ucraina. Notizia che forse Meloni voleva tenere bassa per motivi di opinione pubblica interna. Il cortocircuito è presto detto, tanto che Palazzo Chigi poi specificherà: "Il nostro è un sostegno per una giusta pace e per la ricostruzione".


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