Inaugurazione città di Latina (wikimedia commons)

In commissione cultura

Pd e moschetto. I dem votano con la destra e finanziano il centenario un po' nostalgico di Latina

Ruggiero Montenegro

Approvata (anche con i voti M5s) la legge: tra bonifiche e architettura razionalista, ci sarà una fondazione ad hoc e 9 milioni di euro per le celebrazioni del 2032. Si astiene Piccolotti (Avs): "Nel provvedimento retrogusto nostalgico, ma anche un meccanismo inconsueto". Orfini (Pd): "Testo accettabile dopo le modifiche in Senato"

Paginate, appelli e manifestazioni antifasciste. E poi  il centrosinistra, dal Pd al M5s (con l’eccezione di Alleanza verdi-sinistra), si ritrova con la destra-destra a votare una legge per promuovere, e finanziare, le celebrazioni del centenario della città di Latina. “Littoria che venne inaugurata il 18 dicembre 1932”, come non mancava di ricordare la  relazione  che accompagna il provvedimento presentato dal senatore Nicola Calandrini, coordinatore  di FdI proprio a Latina (dove pure la sindaca Matilde Celentano è meloniana). Una legge dal sapore un po’ nostalgico – fu  proprio Mussolini a presenziare a quell’inaugurazione  –  in cui  la città dell’Agro Pontino è presentata quale luogo di “particolare rilievo nella storia dell’architettura italiana del XX secolo, con particolare riferimento alla corrente del razionalismo, delle bonifiche, dell’accoglienza, del dialogo interculturale”.

Dopo l’approvazione all’unanimità in commissione Cultura al Senato, ieri è arrivato anche l’ok dell’omologa commissione alla Camera, riunita in sede deliberante. Vuol dire cioè che la legge non dovrà passare per l’aula. “Ci è sembrato giusto ricordare una città nata dalla bonifica di una ampia zona paludosa. Un modo per dare l’opportunità agli abitanti  di ritrovare le proprie origini, la propria storia. Per questo credo che  parte delle opposizioni abbiano votato a favore”, dice al Foglio il meloniano Gimmi Cangiano, aggiungendo che il progetto “stanzia anche fondi per borse di studio e  iniziative per la valorizzazione del tessuto sociale ed economico. Guardiamo al futuro, non al passato”. La legge  prevede inoltre che venga istituita un’apposita fondazione, al cui patrimonio è destinato un contributo di 200 mila euro nel 2024, di 500 mila per il  2025 e di 300 mila  annui a decorrere dal 2026 e fino al 2032 – anno del centenario. Altre risorse potranno arrivare per  singole iniziative, fino a circa 9 milioni di euro.

In commissione, alla fine, hanno votato a favore in 21, mentre unica ad astenersi è stata Elisabetta Piccolotti. L’unica vera antifascista? “In questa legge  non c’è solo un retrogusto nostalgico, ma anche un meccanismo inconsueto. Perché, a differenza di altre celebrazioni, non viene concesso un semplice finanziamento al comune ma si crea una fondazione ad hoc e si dispongono somme  molto ingenti”, fa notare l’esponente di Sinistra italiana. “Il sospetto è che  un progetto presentato come di natura culturale nasconda invece un’operazione politica”. Eppure al Nazareno questo dubbio pare non sia venuto. “Dovete chiederlo a loro”, si smarca con diplomazia Piccolotti. Lo abbiamo chiesto a Matteo Orfini, uno dei cinque componenti Pd della commissione Cultura. “In realtà la legge era stata discussa già al Senato. In quella sede sono state accolte alcune nostre proposte, che hanno reso il testo accettabile”, dice  l’onorevole, spiegando che al dibattito interno al Pd “credo abbia partecipato anche il partito locale. Io ho dato il mio contributo essendo stato eletto proprio a Latina”. Ma i margini per intervenire a Montecitorio, aggiunge, erano praticamente nulli. “Non voglio certo dare colpe ai nostri senatori, la scelta è  di tutti. Però siamo ormai in un monocameralismo di fatto: abbiamo ratificato una decisione già presa”. Le celebrazioni del mito di Latina possono iniziare. 
 

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