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l'iniziativa

Stati Uniti d'Europa, croce e delizia del mondo liberal-riformista

Marianna Rizzini

La convention di Emma Bonino in contemporanea con l'assemblea LibDem. Sullo sfondo l'incognita Calenda e Renzi

Una convention “per gli Stati Uniti d'Europa” (e con Emma Bonino), domattina alle 9, a Roma, allo Spazio Eventi. E un'assemblea dei LibDem europei sempre domattina, sempre a Roma, al Grand hotel Palatino, poco distante dallo Spazio Eventi, e sempre con la Ue all'orizzonte. Si deve decidere che cosa fare in vista delle elezioni europee di giugno, e tutta la galassia liberale e riformista, tra ricordi (rimpianti?) del terzo polo che doveva essere e non è stato e ambizioni più grandi, riflette sul da farsi. C'è il problema del 4 per cento da raggiungere, ma non solo. E comunque al centro c'è lei, Emma Bonino, pilastro della storia radicale e fondatrice di Più Europa.

Bonino ha invitato tutti. E se tutti, da un lato, vorrebbero essere con lei, tutti, dall'altro, pongono velate condizioni, pur nascondendole sotto un cumulo friabile di non detti. “Noi aperti a tutti per un'Europa Unita”, ha detto Bonino sul Corriere. “Adesso vediamo chi fa sul serio”. L'invito è giunto a Carlo Calenda, Matteo Renzi, Elly Schlein, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e ai partiti, ha detto Bonino, “che si definiscono liberali e progressisti e che come noi credono in un rafforzamento del federalismo europeo, a prescindere dalla alleanze per le elezioni. Noi riteniamo che questo debba essere un obiettivo quanto più largo e condiviso possibile”. Pare facile. Più facile per chi non ha un partito sulle spalle, e infatti hanno subito confermato la presenza le personalità esterne, da Carlo Cottarelli, Guy Verhofstadt, Gian Domenico Caiazza.

Lei, Emma, non mette veti a chi (Carlo Calenda e Matteo Renzi) in passato non sempre l'ha resa felice. Loro, Renzi e Calenda, dicono cose diverse. Il primo è in volo da Miami, vuole tornare per poter essere alla convention. La sua linea è: eccoci qui (quanto a se stesso candidato, si vedrà). Il secondo è in Ucraina e si collegherà per dire qualcosa che significa: volentieri, ma non con Renzi (ma la domanda è: e se Renzi ci fosse, nel quadro, pur senza esserci in primissima persona?). Intanto, dal mondo LibDem, giorni fa è arrivato il tweet del presidente della Fondazione Einaudi Giuseppe Benedetto (che con Oscar Giannino, Alessandro De Nicola, Sandro Gozi e Andrea Marcucci ha fondato il comitato Renew Italia): “Se la lista di scopo è l'unico scopo per fare una lista, non si raggiungerà lo scopo, né si farà la lista”, ha scritto Benedetto. Raggiunto al telefono per delucidazioni, dice al Foglio: “E' necessario costruire un partito dei LibDem. Punto”. Altro che federazione (quella di cui non si è vista mai la luce). “Dico che può e deve esistere un vero e proprio partito, con le sue regole e il suo equilibrio interno, con sensibilità diverse, una maggioranza e una minoranza. Inutile, a mio avviso fare una lista di scopo quando l'unico scopo è superare sbarramenti elettorali. Dire Stati Uniti d'Europa è come dire viva la mamma. Senza un partito che vada oltre le alleanze elettorali, i partitini serviranno soltanto a riscaldare le poltrone su cui siedono leader e leaderini”.

Tra i LibDem c'è anche chi, come Andrea Marcucci, non nasconde di pensare a un assetto in cui ci si unisce tutti, senza preclusioni, e c'è chi pensa che anche Bonino non abbia escluso l'idea di una lista senza simboli di partito. Intanto, il segretario di Più Europa Riccardo Magi dice al Foglio: “La convention sarà un momento importante per parlare di Europa e raccogliere le risposte alla proposta che abbiamo fatto”. Da Azione trapela per ora soltanto la flebile certezza di un Calenda collegato, ma intenzionato a non discostarsi dalla posizione già espressa. Da Italia Viva, Luciano Nobili ricorda che “Iv è nata con l'obiettivo di unire i riformisti. E per noi continua a essere l'obiettivo, a maggior ragione oggi che una lista unitaria di Renew potrebbe avere un ruolo determinante negli assetti del prossimo parlamento. Con Più Europa c'è ampia convergenza e sui temi siamo pronti a lavorare con tutti. Chi mette veti o vuole impedire l'unità dei riformisti fa una scelta irresponsabile e anti europeista”. Che cosa deciderà, ex post, Più Europa, quando i “pretendenti” si saranno pronunciati? Sarà concorde al suo interno o no, visto che il presidente di Più Europa ed ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti si è detto pronto a correre alle Europee, ma al grido di “no a Renzi, dialogo con Calenda?

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.