il personaggio

I poteri taumaturgici di Urso, il ministro che ferma i prezzi con lo sguardo

Luciano Capone

La saga del titolare del Mimit, che sostiene di aver ridotto l'inflazione con un mese di "carrello tricolore", mostra l'eccessiva considerazione che ha di sé e la pessima considerazione che ha dell’intelligenza degli italiani

Altro che Ben Bernanke e Mario Draghi. Se fosse vero anche solo l’un per cento di ciò che dice, il prossimo ospite d’onore a Jackson Hole e a Sintra, dove annualmente la Fed e la Bce riuniscono i banchieri centrali e gli accademici di tutto il mondo per discutere di politica monetaria, dovrebbe essere Adolfo Urso.

 

Il ministro delle Imprese è convinto di averne fatta una senza precedenti, che obbligherebbe a una riscrittura dei manuali di macroeconomia: ha abbassato l’inflazione, dice lui. In un mese. “Grazie al Sistema Italia per questa prova di coesione e di solidarietà che ha avuto un pieno e straordinario successo. Nel primo mese del carrello tricolore l’inflazione è crollata di 3,5 punti percentuali, dal 5,3 per cento all’1,8 per cento, migliore performance in Europa!”, ha dichiarato. “Una frenata senza precedenti, frutto anche delle efficaci misure messe in campo nel settore dei carburanti e della corale iniziativa del carrello tricolore”.

 

Da Powell a Lagarde, da almeno un anno i banchieri centrali discutono anche con un po’ di incertezza su come domare la bestia dell’inflazione, il più grave choc dalla crisi petrolifera degli anni ‘70, e poi arriva Urso a indicare la via. Non sono serviti a nulla i dieci rialzi dei tassi di interesse in un anno della Bce, la più grande stretta monetaria degli ultimi decenni, bastava la strategia “cartello & carrello”. Ovvero costringere le pompe di benzina a esporre un cartello con il prezzo medio dei carburanti e invitare aziende e supermercati ad aderire volontariamente a una campagna di promozioni su beni di loro scelta che entrano nel carrello della spesa.

 

Non viene preso in considerazione il fatto che la discesa dell’inflazione deriva dal confronto con ottobre 2022, quando vi fu un’impennata dei prezzi dei beni energetici (+71 per cento). E neppure che il calo è generalizzato in tutta l’Eurozona, difficilmente attribuibile a un impatto fuori dai confini patri della strategia “cartello & carrello”. Urso è talmente convinto dei suoi poteri taumaturgici che già ad agosto, quando la politica restrittiva della Bce dispiegava i suoi effetti, si prese il merito del calo dell’inflazione: “Un trend consolidato grazie all’effetto del costante monitoraggio dei prezzi effettuato dal Mimit”, ovvero il suo ministero.

 

Non c’era ancora il carrello tricolore ma Urso solo con lo sguardo – ovvero monitorando i prezzi – abbassava l’inflazione. Poi solo con la parola – ovvero annunciando il “trimestre anti inflazione” – l’ha abbassata ancora di più. Una capacità di influenzare i comportamenti e le aspettative dei mercati che a confronto il whatever it takes di Draghi è roba da dilettanti.

 

L’onnipotente dittatore bielorusso Lukashenko, che si è formato in Urss, per fermare l’inflazione ha vietato ai prezzi di aumentare. Urso dimostra che non c’è bisogno di imporre divieti, lui i prezzi li persuade: basta mettere un cartello o un bollino tricolore.Il ministero dell’Economia non riconosce i suoi meriti, dato che nei documenti ufficiali – dalla Nadef al Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles – la riduzione dell’inflazione è attribuita all’andamento internazionale dei prezzi dell’energia e alla politica monetaria restrittiva della Bce.

 

Resta da capire se Urso creda davvero ai suoi poteri antinflazionistici, oppure se pensi che siano gli elettori a poterci credere. Insomma, o ha un’enorme considerazione di sé o una pessima considerazione degli italiani. Il rischio più grande è che siano vere entrambe le cose.

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali