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verso il voto di domenica

Schlein debutta in campagna elettorale: il comizio a Trieste (con gli appunti, ma senza Conte)

Francesco Bercic

La segretaria del Pd inizia dal capoluogo giuliano e poi va a Udine per sostenere la candidatura di Moretuzzo. Ma dietro il successo della piazza rimangono i limiti di un centrosinistra che anche questa volta non riesce ad apparire unito

Trieste. Elly Schlein è arrivata a Trieste in sordina, quasi senza farsi sentire. Quando mancano pochi minuti alle sei, le persone radunate in piazza della Borsa si avvicinano al palco incuriosite, si scambiano sorrisi e domande: quasi si dimenticano che domenica si vota, tutta l’attenzione è sulla neosegretaria. E lei si fa attendere. Si capisce che c’è quando spunta con la ressa di giornalisti, non si vede ancora ma qualcuno bisbiglia: “E’ lei!”. Inizia così, in un’atmosfera sommessa, la breve toccata triestina della segretaria del Pd. Il primo confronto con una piazza dove non ci sono diritti da rivendicare, ma soltanto un candidato da sostenere, l’imprenditore Massimo Moretuzzo, proposto dai dem alle Regionali in Friuli Venezia Giulia. Schlein concede qualche minuto alle domande, intanto sale la frenesia. Il pubblico le si avvicina, gli spintoni aumentano, ecco che finalmente si sposta, le telecamere le lasciano spazio, il palco è suo.

Ma lei non sale. Il programma è chiaro: a Schlein spetta il gran finale. Inizia il primo intervento, ma della segretaria non c’è traccia. “Dov’è andata?”, si chiedono i temerari. Per scovarla bisogna aggirare il palco, posto al centro della piazza. Eccola, seduta sulle gradinate retrostanti. Ascolta gli interventi, poi estrae dallo zaino uno dei suoi famosissimi quaderni, già saliti alla ribalta delle cronache. Il piccolo taccuino è la sua arma con cui sfidare la piazza, che ospita un pubblico mediamente anziano e forse meno militante di quelli a cui si è rivolta in altre occasioni, quindi più imprevedibile. L’eloquio impostato e controllato che si è abituati a riconoscerle, lo stile comunicativo provato e riprovato ai limiti dell’ossessione, nasce da quegli appunti. 

Allora lei studia ogni parola, per cercare di far breccia anche nei cuori triestini, notoriamente “schivi”, come avvisa il verso di Saba. I quaderni sono il simbolo del “metodo Schlein”: speculari agli “appunti di Giorgia”, la rubrica che la premier tiene regolarmente sulle pagine social. La segretaria si limita a scrivere, per almeno un quarto d’ora. Le capita di distrarsi, qualcuno la interrompe, ma non può desistere. 

E’ finalmente il suo turno. L’orologio segna le sei e quaranta. Un abbraccio rapido con il candidato Moretuzzo, già dimenticato da tutti, oscurato dal volto della sua sostenitrice. Schlein sfodera i grandi cavalli di battaglia: lavoro, sanità pubblica, con qualche piccola correzione per ammiccarsi gli astanti. Si sofferma sui caregiver, e qualcuno fra la folla si domanda cosa siano. Si concede qualche battuta, il Fedriga falso “volto buono” convince tutti. Applausi. 

Qualche ombra però resta. Mentre si allontana, direzione Udine, Schlein passa davanti al gazebo del Movimento 5 stelle. C’è anche il partito di Giuseppe Conte fra i supporter di Moretuzzo. Il leader grillino sarà in città oggi. Così, l’immagine scoordinata di un centrosinistra a tempi alterni in terra giuliana – ieri mattina il Terzo polo, poi Schlein, infine oggi Conte – confligge con la compattezza che, almeno di facciata, il centrodestra riesce a mantenere: insieme, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani si ritroveranno in serata a Udine, stretti attorno all’onnipresente Fedriga. I calcoli di Schlein si fanno più incerti. E attendono gli unici che contano, quelli che si sapranno lunedì notte, al termine dello spoglio delle schede.