L'intervista

Il consiglio di Zampa a Schlein: “Guai a fare i radicali per forza e basta logiche correntizie”

Gianluca De Rosa

Tra le più critiche durante l'assemblea dei senatori dem che ha eletto Francesco Boccia nuovo capogruppo, l'ex sottosegretaria alla Sanità è preoccupata: "Elly deve sottrarsi alle logiche spartitorie"

 “Per dieci anni ho subito logiche spartitorie e correntizie, eravamo rimasti io Cuperlo e pochi altri a prender la parola e sparare a zero contro questo modo di gestire il partito che lo ha portato all’agonia, adesso non ho intenzione di subirle più. Sulla decisione per i nuovi capogruppo purtroppo non ho registrato nessun cambiamento, è stato brutto leggere i nomi sui giornali, sarebbe stato meglio avere una rosa di tre nomi, votare, alzare le mani, si fa così in democrazia”. Sandra Zampa, ex sottosegretaria alla Sanità, storica assistente di Romano Prodi, è stata tra i più critici ieri all’assemblea dei senatori del Pd che, su richiesta della segretaria Elly Schlein, ha nominato per acclamazione Francesco Boccia nuovo presidente della pattuglia dem a palazzo Madama. Una modalità che non è piaciuta a tanti.

 

Come Zampa, ad esempio, anche Graziano Delrio ha palesato il suo disappunto sulle modalità di scelta dei nuovi capogruppo. “La fermo subito – dice lei – Graziano ha parlato meglio di me, io sono romagnola, sono più spigolosa, lui invece ha una leggerezza che a me manca, comunque ha spiegato che pluralismo è anche ascoltare e rendersi conto che dentro il Pd c’è un mucchio di gente che ha delle cose da insegnare, anche se non ha votato per i radicali”. Eccoli, i radicali, i vincitori del congresso, sono quelli che preoccupano Zampa. Non tanto Schlein, quanto un pezzo delle correnti organizzate che l’hanno sostenuta. “Già lunedì all’assemblea con i gruppi di Camera e Senato – racconta – c’era un’atmosfera che non mi è piaciuta: quando c’era Renzi se non dicevi ‘riformismo’ eri un imbecille, adesso la sensazione è che se non dici di essere ‘radicale’ sei allo stesso modo un imbecille, questo non va affatto bene”. 


La radicalità preoccupa Zampa anche per un’altra ragione. “Ci sono due modi per fare opposizione – dice – uno serio, uno come lo ha fatto la Meloni, e cioè urlando senza offrire alternative. In quel modo la presidente ha messo le radici di ciò che la farà implodere, perché basta che ogni giorno si confronta ciò che diceva e cosa prova a spiegare adesso per capire come le due cose non possano stare insieme. Sull’immigrazione la cosa è palese: gridavano ai porti chiusi e adesso non sanno dove sbattere la testa. Stamattina ho sentito la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro che, dopo aver strillato per tutta la scorsa legislatura, diceva ‘non abbiamo la bacchetta magica’, ‘ci vuole pazienza’, ‘ci deve aiutare l’Europa’, davvero stavo male per lei. Comunque – prosegue – noi non dobbiamo fare lo stesso errore, per evitarlo dobbiamo lavorare a proposte alternative complesse, senza mettere nuove targhette ideologiche per fare polemiche strumentali. Il pluralismo su questo può essere un valore”. I radicali però rivendicano anche la necessità di una maggiore chiarezza. Schlein pure lo dice sempre “dobbiamo essere plurali, ma chiari”. “Su questo – dice Zampa – sono assolutamente d’accordo, le scelte le farà lei, ma dopo aver ascoltato. Basta guardare a temi come la gravidanza per altri per rendersi conto che, dopo tutto, non ci sono tutte queste differenze sulle cose importanti. Sulla Gpa la segretaria la pensa come Delrio: nessuno di noi vuole crimini universali o ha dubbi sulla trascrizione dei bambini”.


Di sicuro Schlein vuole mantenere l’unità del partito anche attraverso la scelta dei nomi da portare in segreteria, condividendoli con Bonaccini. Così si evitano le logiche spartitorie o si rischia di alimentarle? “Se Elly Schlein chiama quelli che ha in mente ed è lei che sceglie, senz’altro – dice Zampa – ma se devo essere onesta non ci credo molto”. La senatrice però è lo stesso fiduciosa: “Ed ho un motivo – spiega – mentre parlavo in Senato avevo di fronte a me due giovani signore, Elly Schlein e Simona Malpezzi. Di entrambe sono stata amica, ed entrambe le ho conosciute agli esordi della loro carriera politica. Nei giorni dei 101 franchi tiratori contro Prodi, una protestava con Occupy Pd, l’altra, c’è anche un video, piangeva disperata fuori dal Capranica e diceva ‘io ne l Pd ci credo ancora’. Sono andate politicamente per due strade completamente diverse, eppure erano tutte due a mobilitarsi contro quello che accadde in quei giorni. Ecco ad anni di distanza questa pluralità è ancora una ricchezza, ma lo sarà solo nella misura in cui Elly si sottrarrà al ritorno di logiche spartitorie che io francamente non accetterò mai più di subire in silenzio anche quando si vedono nitidamente le impronte digitali”.

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