Meloni ha deciso: sarà Vincenzo Celeste il prossimo ambasciatore italiano a Bruxelles

Valerio Valentini

La scelta concordata da Tajani e Fitto: il profilo dell'attuale direttore generale per l'Europa alla Farnesina è stato fin dall'inizio il più accreditato per guidare la rappresentanza diplomatica a Bruxelles. Prenderà il posto di Benassi, per il quale, nel M5s, si parla di una candidatura alle Europee

Dunque Giorgia Meloni ha deciso. A guidare la diplomazia italiana, dal prossimo mese, sarà Vincenzo Celeste. Toccherà a lui, attuale direttore generale per l’Europa e la Politica commerciale internazionale alla Farnesina, sostituire  l'ambasciatore Pietro Benassi, che il ruolo di rappresentante permanente presso l'Unione europea lo ricopre dal marzo del 2021 e che è prossimo alla pensione. Scelta che si rendeva obbligata per due motivi.

Il primo è appunto l'approssimarsi della scadenza del mandato di Benassi. Il secondo riguarda il profilo di Celeste. Già in servizio presso la rappresentanza italiana a Bruxelles dal 2005 al 2010, quindi consigliere diplomatico, in epoca Monti, di quell'Enzo Moavero Milanesi che lo volle con sé, nel suo gabinetto, anche durante la sua seconda esperienza di governo al ministero dela Farnesina, da oltre tre anni a capo della direzione generale per l'Europa alla Farnesina, Vincenzo Celeste, Enzo per gli amici, napoletano classe '62, è stato fin dall'inizio il profilo da tutti ritenuto ideale, per andare a guidare la corposa delegazione di feluche italiane a Bruxelles. Chi era, lo scorso 24 febbraio, davanti all'ambasciata ucraina, lo ha visto accanto ai colleghi francesi e tedesco, Christian Masset e Viktor Elbling, con la bandiera gialla e blu in mano, dietro all'altro standardo, giallo e blu pure quello, quello dell'Unione europea, a testimoniare, in rappresentanza del governo, la solidarietà della nostra diplomazia nei confronti di Kyiv.

E insomma né Antonio Tajani né Raffaele Fito hanno avuto grandi dubbi: lui che ha seguito da vicino le trattative sul Pnrr, lui che conosce come pochi i dossier sulle procedure d'infrazione (ahi, la Bolkestein), lui che vanta stima e ammirazione trasversale pure essendo, si dice, per natura un moderato con tendenze conservatrici. Chi, dunque, se non lui? 

La nomina verrà formalizzata a breve. Già, a quanto pare, nel corso di questo strambo Consiglio dei ministri convocato a Cutro, in Calabria, così lontano da quel palazzo della Farnesina dove, anche oggi, Celeste ha svolto riunioni operative. Quanto a Benassi, non dovrebbe ritirarsi a vita privata. Almeno a sentire le chiacchiere di chi, tra i confidenti di Giuseppe Conte - quel Conte che lo volle prima consigliere diplomatico a Palazzo Chigi per poi nominarlo sottosegretario con delega ai servizi segreti, un po' in extremis, quando orami il destino del governo rossogiallo era già periclitante e Mario Draghi già sulla strada verso il Quirinale - dice che forse, chissà, una candidatura alle prossime elezioni europee col M5s, per Benassi, non è affatto da escludere. 

Di più su questi argomenti:
  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.