Il caso

Le affinità Meloni-Michel su migranti e aiuti Ue: sguardo a Parigi e al dopo Ursula

Simone Canettieri

La visita del presidente del Consiglio Ue in vista del summit dei 27. In ballo anche la missione della premier all'Eliseo e le Europee del 2024

“Ma si sono scambiati i discorsi?”. A Palazzo Chigi, dopo il punto stampa, c’è chi rimane piacevolmente sorpreso. “Charles sembrava Giorgia, e viceversa”, dicono dal governo quando tutto è finito. E’ la coda del blitz romano del presidente del Consiglio Ue. Pranzo con Meloni in vista del summit dei 27 in programma a Bruxelles  i prossimi 9 e 10 febbraio. “Faremo scelte decisive per i prossimi dieci anni”, sottolinea Michel. Pronto a dire che “le frontiere dell’Italia sono quelle della Ue e dunque serve una mobilitazione comunitaria”.

 

Manca poco che  citi il meloniano “Piano Mattei” per l’Africa, ma di sicuro non ha problemi a ribadire la necessità di cooperazione con i paesi africani di transito e di partenza dei migranti, sottolineando che “rimpatri e ammissioni non sono sufficienti”. Meloni poco prima, con slancio più propagandistico-pragmatico, aveva chiosato: “Dividerci farebbe il favore dei trafficanti di essere umani”. Questo asse guarda a Parigi, e dunque alla visita che la premier dovrebbe fare a Emmanuel Macron nei prossimi giorni. Prima o subito dopo il Consiglio Ue. C’è chi vede, dietro a questo afflato, anche intese che guardano al futuro della Commissione, quando nel 2024 Ursula von der Leyen terminerà il suo mandato retto dal vacillante accordo Ppe-Pse. 

 
Nel punto stampa della concordia non si entra nel merito dei movimenti secondari né dello sbarco dei migranti, e però le parole di Michel sembrano aprire la strada di una rivendicazione italiana la sera del Consiglio Ue quando ci sarà da tirare le somme. Stesso discorso per la risposta all’Inflation reduction act (Ira) dell’Amministrazione Biden. Prende quota la spinta di un Fondo per la sovranità europea prima dell’estate e intanto, per i paesi senza spazio fiscale, saranno disponibili le risorse di RePowerEu. Meloni insiste per un piano che protegga le imprese “ma a pari condizioni” per tutti gli Stati membri. E anche su questo punto Meloni e Michel sembrano sulla stessa lunghezza d’onda. Alle prese, entrambi, con le resistenze della Germania a uno Sure 2 per l’energia. L’ospite lascia la premier con la certificazione che in questi cento giorni di governo c’è stato “un confronto  sincero e franco” con l’Europa.

 

Chi sta a Palazzo Chigi commenta: “Vedete? Piano piano...”. Il filo sui cui danza Meloni d’altronde è sempre lo stesso: dare l’impressione di non essere isolata, ma nemmeno di piegarsi troppo alle logiche da sempre contestate. Per questo oggi incontrerà a Palazzo Chigi l’Alto commissario delle Nazioni unite per i Rifugiati, Filippo Grandi. E venerdì volerà prima a Stoccolma e poi a Berlino. Un saluto alla presidenza semestrale di turno in Svezia e poi il primo faccia a faccia con il cancelliere tedesco.

 

Manca l’Eliseo, in questo grand tour. Dal governo non escludono una visita imminente purché serva alla causa. E il pranzo con Michel, per molti, va letto anche in questa ottica. Quella di un ponte verso Macron. Con un’agenda internazionale così fitta di appuntamenti, si capisce perché Meloni invii all’interno messaggi chiari: “Niente beghe e liti interne”. Con tanto di ennesimo avviso sull’Autonomia, cara alla Lega, affinché non divida nord e sud. Prima l’Europa.
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.