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La fuga dei tecnici, il gelo della Meloni: così Butti, sottosegretario all'Innovazione tecnologica, resta nell'angolo

Valerio Valentini

Le dimissioni in massa dall'ex ministero di Colao. La premier apprezza poco le uscite del suo sottosegretario sulla rete unica, e assegna le delghe a Urso. Occhio alle scadenze del Pnrr

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Il primo ad annunciare l’addio è stato Giuseppe Virgone, amministratore unico di PagoPa. E Alessio Butti, sottosegretario meloniano all’Innovazione tecnologica, con ineffabile leggerezza, ha spiegato agli assetti ai lavori che “aveva già deciso di andarsene, perché nel privato pagano meglio”. Poi, però, anche Paolo De Rosa, valente dirigente del dipartimento per la Transizione digitale, titolare di delicati dossier da ormai un lustro, ha lasciato intendere che per lui basta così. Il mandato di Francesco Paorici, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale, scade a marzo: e, ammesso che gli eventi non precipitino anzitempo, Butti ha fatto sapere che “al suo posto arriverà un avvocato”. Prima di allora, comunque, di certo lasceranno Daniela Mauri, responsabile dell’attuazione del Recovery, e con lei, pare, anche Camilla Sebatiani, il capo della segreteria tecnica che guidava il team Tlc. Il team Tech, invece, coordinato da Luca De Angelis, verrà verosimilmente smantellato per essere trasferito nell’organigramma del ministero dell’Industria. E insomma Butti, prima ancora d’iniziare davvero a operare, si ritrova con una truppa sbrindellata, segnata da ammutinamenti e dimissioni in blocco.

Lo chiamano “canonico spoil system”, a Palazzo Chigi: dove, però, anche Giorgia Meloni deve diffidare un po’ dei modi e delle mosse del suo sottosegretario, se è vero che Adolfo Urso, in recenti colloqui con colleghi di governo, s’è lasciato scappare che anche la rogna della rete unica sarà affidata alle sue cure. Il tutto, peraltro, prima ancora che Butti rilasciasse dichiarazioni sulla necessità di accelerare sulla “rete pubblica” che sono state accolte con un misto di stupore e insofferenza dai vertici di Cassa depositi e prestiti. Una mezza esautorazione che il sottosegretario ha subito non senza delusione, al punto che ha subito preteso dai suoi uffici un aggiornamento del sito governativo a lui dedicato, con un aggiornamento del suo curriculum e un’indicazione dettagliata delle deleghe che gli competono. 
Tra le quali, peraltro, restano quelle sul Pnrr. Di obiettivi da raggiungere entro dicembre, nel complesso, Butti ne ha 11. La gran parte risultavano già conseguiti quando Vittorio Colao gli ha consegnato il dossier per il passaggio di consegne che poi Butti ha scientificamente ignorato. Ma sul cloud per il Polo strategico nazionale della Pa, resta ancora da fare. E poi ci saranno le scadenze del 2023. Con una squadra dimezzata, non sarà facile.

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