"L'immigrazione si può risolvere solo a livello europeo". Piantedosi e Tajani sconfessano il metodo Salvini

Non serve il braccio di ferro con qualche nave ong, serve "una forte iniziativa comune che passi per accordi con i paesi terzi", dice il Viminale. "La crisi della Ocean Viking? Nessuna conseguenza nel rapporto con Parigi". Il ministro degli Esteri conferma: "Trovare in fretta nuove regole, per coniugare accoglienza e difesa dei confini"

Il governo ha scelto la linea dura sul contrasto all’immigrazione clandestina. “È evidente – spiega il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al Giornale – che la situazione attuale non è più a lungo sostenibile per il nostro paese. Quest’anno sono già oltre 93.000 gli sbarchi di migranti sulle coste italiane, circa il 60 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2021. L’immigrazione illegale va fermata: fa arricchire i trafficanti di esseri umani, toglie dignità ai migranti e li espone al rischio di naufragio, genera un forte sentimento di insicurezza, alimenta fenomeni di criminalità, di marginalizzazione e di degrado urbano”. E come si fa a contrastarla, allora? "Le nostre proposte sono chiare", aggiunge il capo del Viminale, ex capo di Gabinetto di Matteo Salvini, "più forte coinvolgimento dell’Ue, accordi con i paesi di origine e transito dei migranti, rafforzamento dei canali di ingresso regolari anche valorizzando ulteriormente l’esperienza dei corridoi umanitari”.

 

  

Nell’informativa consegnata due giorni fa alle Camere, Piantedosi aveva già illustrato infatti quali sono le strategie previste dalla maggioranza di centrodestra sul tema della gestione dei flussi migratori. Eppure il ministro dell'Interno lo ha fatto - come scriveva ieri sul Foglio il direttore Claudio Cerasa - "riconoscendo, in modo comico e surreale, che tutto quello che serve oggi all’Italia per governare il fenomeno, per tamponare i problemi e per lavorare alle soluzioni è l’esatto opposto di quello che ha fatto finora il governo italiano". Piantedosi, cioè, "è costretto a riconoscere che i problemi che contano, quando si parla di immigrazione, si dovrebbero affrontare cambiando la rotta dell’Europa, non quella delle ong". 

      

Come nel braccio di ferro con Parigi in seguito alla crisi della Ocean Viking. Nessuna conseguenza grave, dice il ministro. “Con la Francia condividiamo da sempre valori e visioni e sarà sempre così. Il governo italiano vuole soltanto arrivare ad una soluzione di sistema a livello europeo per bloccare le partenze e rafforzare gli ingressi regolari. Io credo che questo interessi tutti i partner europei: gestire insieme il fenomeno migratorio è una necessità e un’opportunità per garantire sicurezza e sviluppo economico e sociale dei nostri paesi”.

   

"L'Italia non ha creato nessun incidente diplomatico, né con la Germania prima né con la Francia poi. Abbiamo posto un problema di rispetto delle regole. L'immigrazione si può risolvere solo a livello europeo", conferma in un'intervista alla Stampa il ministro degli Esteri Antonio Tajani, spiegando che, se "la questione con la Francia è chiusa, il trattato di Dublino appare superato. Quindi bisogna trovare in fretta nuove regole, per coniugare accoglienza e difesa dei confini europei. L'ho detto ai miei colleghi dell'Ue l'altro giorno a Bruxelles. Io non ho detto 'la Germania ne deve accogliere mille, il Belgio 200 e Cipro 50', io ho posto una questione strategica. E dobbiamo accelerare".

  

"Mentre cerchiamo di risolvere il problema dei 90 mila migranti - prosegue Tajani - che sono arrivati in Italia, non dobbiamo perdere di vista la questione più ampia: la stabilità dei Balcani e dell'Africa. Le previsioni dicono che gli africani saranno tre miliardi nel 2050 e bisogna far in modo che le condizioni materiali migliorino. Perché è ovvio che chi non ha da mangiare scappa da un'altra parte. L'Europa deve mettere almeno 100 miliardi, da spendere con una strategia. L'Italia deve assumere un ruolo decisivo in questo e rafforzare la nostra presenza in Nordafrica, Balcani e Sudamerica".