(foto Ansa)

l'intervista

Toti: "Sull'immigrazione evitiamo proclami. Macron resta un riferimento dei moderati"

Giampiero Timossi

"L'Italia sulla questione rifugiati è stata lasciata da sola, è un dato di fatto. Ma tra paesi alleati ci vuole fair-play. Il presidente francese? Un modello di equilibrio per l'Europa". Parla il governatore della Liguria

Tra i messaggi che svolazzano e i francesi che s’arrabbiano c’è sempre una linea di confine. Questa volta non è sottile, ma è fatta di almeno quattromila gendarmi piuttosto ben equipaggiati e schierati soprattutto su una frontiera che sta in Liguria ed è quella di Ventimiglia. L’italiano allegro che spunta dietro la curva non è Gino Bartali, quello cantato da Paolo Conte, non ha il naso triste da italiano in gita, ma sul naso ha sistemato da poco un paio di eleganti occhiali, si chiama Giovanni Toti, porta avanti le idee dei moderati con Italia al Centro e con il raggruppamento Noi Moderati, governa la Regione Liguria e dunque il pasticcio dell’alta tensione sul confine Italia/Francia è indiscutibilmente affar suo.

La storia dei giornali che svolazzavano (come al Tour de France) c’entra, perché in fondo il problema nasce dalla loro attuale declinazione e cioè dai messaggi social. La gestione dei flussi migratori in Italia e in Europa, la loro non gestione, non è un problema della settimana scorsa, ma va avanti da un pezzo ed è assai improbabile che si fermerà. Solo per parlare delle rotte che partono dalla Libia si tratta di un’escalation iniziata con l’assassinio del dittatore Gheddafi alla fine del 2011. Dunque l’argomento c’è, c’era e ci sarà, ma diventa solo un problema quando per farla breve si chiacchiera troppo.

 

L’accordo tra il Presidente francese Emmanuel Macron e la premier italiana Giorgia Meloni era già stato sancito, solo che prima Matteo Salvini e poi anche la leader di Fratelli d’Italia hanno deciso di cantar vittoria sui social e allora la replica francese è diventata quasi ineluttabile. Questa ricostruzione piuttosto diffusa e largamente condivisa, in realtà non è stata sostenuta pubblicamente, soprattutto tra i partiti della nuova maggioranza di centrodestra. Lo fa invece il moderato Toti. Prima con due post su Facebook, social sul quale si può almeno argomentare con una certa completezza, cosa difficile per le “sentenze” o le sparate di Twitter e Instagram. Infatti il governatore parte dall’orgoglio della rivoluzione francese, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789  (che evidentemente conosce) per arrivare alla evidente violazione da parte francese del Trattato di Schengen e i relativi chilometri di coda che bloccano la frontiera ligure/italiana. Quindi il moderato Toti a domanda risponde: “Sulle politiche dell’immigrazione credo sia utile, direi indispensabile, evitare proclami. Vale per Macron, vale per chi fa altrettanto in Italia. Sulle questione dei rifugiati l’Italia viene lasciata sola, questa è una verità, non credo ci siano margini di discussione, dunque l’Italia ha ragione. La ragione ti viene riconosciuta? Allora credo che usare la diplomazia, l’equilibrio, il fair-play sarebbe sempre più opportuno”. Poi, visto che le cose semplici sono (spesso) le più belle, ecco una frase che risponde a questa francescana definizione: “Governare significa risolvere i problemi che si presentano, non “monetizzare” il consenso in termini di voti. Vale in Francia, in Italia e in qualunque Paese democratico”.

Poi diventa semplice, obiettivamente doveroso, preoccuparsi di quanto sta accadendo al confine di Ventimiglia, osservare nelle ultime ore alcuni segnali di distensione, ma non trascurare gli evidenti disagi rilevati soprattutto nell’ultimo fine settimana. Spiega il presidente della Regione Liguria: “Almeno questa escalation non è avvenuta in estate, pensiamo a come sarebbero aumentate le code, i disagi, le assurde difficoltà per i liguri e per i turisti di tutta Europa se questo accadesse nel clou del periodo vacanziero. Il Trattato di Schengen non esiste più, questo è evidente e sappiamo, conoscendolo, che non esistono sanzioni per chi lo revoca come la Francia. Un Paese ha il diritto di revocarlo in caso di emergenza nazionale e nessuno può ovviamente metter becco sulla definizione di emergenza. Per la Francia era accaduto dopo l’attentato di Nizza alla Promenade des Anglais, nel 2016, oggi ci sono su Macron evidentemente nuove pressioni da Marine Le Pen così come dal suo ministro dell’Interno. Ma è evidente che il dialogo tra Italia e Francia deve restare aperto, è evidente che i Paesi del Mediterraneo devono saper dialogare e unire molte esigenze comuni per farle valere con equilibrio nei confronti di chi come la Germania e i Paesi del Nord portano avanti istanze diverse: mi pare evidente quanto accaduto sui provvedimenti per la crisi energetica che tutti stiamo affrontando”.

Un’ultima cosa: i moderati italiani, nell’ultima campagna elettorale, non hanno mai disdegnato aperti riferimenti alle politiche del Presidente francese. Toti è deluso da Macron? “Apprezzavo e apprezzo Macron come modello di equilibrio per l’Europa”. A condizione che anche lui resti moderato, ça va sans dire.

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