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Il ritorno del Salvini euroscettico: "Preferisco salvare il lavoro che fare i compiti per Bruxelles"

Il segretario della Lega è intervenuto al Senato per chiedere di nuovo lo scostamento di bilancio, cavalcando il solito tormentone anti europeo. Poi la provocazione verso Pd e M5s: "Vergognatevi"

Redazione

"Ci sono due modi di intendere la politica. Quello di essere nei parametri, nei limiti, con un nodo alla cravatta, e di andare a Bruxelles dicendo: abbiamo fatto i compiti a casa. Abbiamo fatto perdere il lavoro a due milioni di lavoratrici e lavoratori. Ma siamo stati educati e responsabili. Per me fare politica è salvare il lavoro degli italiani". Matteo Salvini è intervenuto quest'oggi al Senato. Si discuteva sul Decreto Aiuti bis, ufficialmente approvato da Palazzo Madama. E con queste parole il segretario della Lega è tornato a cavalcare uno dei grandi tormentoni della sua narrazione: contro i burocrati europei, che imporrebbero all'Italia delle condizioni che le impediscono di fare spesa. Che in realtà è solo debito aggiuntivo.

 

"La Lega chiede da mesi 30 miliardi. La Cgia di Mestre dice che i costi in più saranno 82 miliardi. Mentre sui banchi del Pd sghignazzano, in tante fabbriche italiane gli operai non hanno niente da ridere", ha detto a un certo punto Salvini. Alché in Aula s'è scatenata la reazione dei senatori dem e del M5s, che hanno cominciato a inveire contro il leader del Carroccio. Il quale da par suo si è spinto pure oltre. Guardando i banchi della sinistra ha detto: "Vedo un'aula del Senato un po' vacanziera, un po' ridanciana, un po' assente". Persino il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, che in quel momento stava presiedendo la seduta, ha rintuzzato Salvini: "Mi pare che l'Aula stia svolgendo a pieno il suo compito. La prego di non stimolare commenti".

 

"Amici del Pd e dei Cinque stelle, il problema non è Salvini ma i milioni di italiani che rischiano il lavoto. 13 miliardi sono meglio di zero, ma se pensiamo che servano a mettere in sicurezza il paese abbiamo difficoltà a capire. La Francia, la Germania e la Spagna mettono soldi e debito e noi no", ha insistito Salvini, chiudendo il proprio intervento con un "Vergognatevi" rivolto ai banchi del centrosinistra. Una campagna elettorale, con tinte da 2018, condotta fin dentro alle sedi parlamentari. Al suono stantio dell'Europa brutta e cattiva di cui il segretario leghista non riesce evidentemente a liberarsi.

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