Il caso

Il Terzo polo si presenta a Milano. Gelmini vede bene Moratti al Pirellone

Fabio Massa

Renzi e Calenda pronti a dare la caccia ai voti di Forza Italia in Lombardia. La titolare degli Affari regionali: "Con Letizia ci stiamo parlando, aspettiamo le politiche"

A volte nella coda non sta il veleno, ma il miele. E così, mentre si attende nell'ampio corridoio delle Stelline di Milano l'arrivo di Matteo Renzi per la presentazione dei candidati del Terzo Polo, Mariastella Gelmini si lascia andare con il Foglio alla dichiarazione zuccherina per Letizia Moratti, vicepresidente della regione Lombardia:  "Ho la massima stima per Letizia - dice - Ha fatto un enorme lavoro insieme a Guido Bertolaso sulle vaccinazioni. Non posso che apprezzarla moltissimo". Complimenti, complimenti. E in vista delle le regionali? "Ci stiamo parlando. Ma si fa un passo per volta. Prima vediamo come vanno le elezioni, e poi vedremo. Anche perché è lei che deve fare una valutazione".

Si può leggere tra le righe, ma anche senza sforzarsi troppo, insomma: se vuole Letizia può candidarsi contro Attilio Fontana nelle fila di Carlo Calenda. Sono buone notizie per il Partito Democratico? Chissà. Enrico Letta ha imposto Carlo Cottarelli a tutte le correnti lombarde, e per adesso il nome regge.

Letizia Moratti sarebbe un nome centrista che porta via voti a Forza Italia. Peraltro, non è un segreto che nei corridoi del Pirellone tutti sanno che dopo le elezioni, se i voti degli azzurri non saranno abbastanza da tener su l'argine, sarà proprio l'agendina dei contatti di Mariastella Gelmini a dare il colpo di grazia al partito di Silvio Berlusconi in Lombardia. In molti si aspettano una chiamata alla quale rispondere "arrivo". Mentre la Gelmini pronuncia parole al miele, Francesco Bonifazi - camicia a righine blu e faccia rilassata - fa avanti e indietro a braccetto ora con questo ora con quel candidato. Tra questi, come è noto, non ci sarà Gabriele Albertini. La Gelmini prova a lenire: "Sicuramente ho grandissima stima per Gabriele Albertini, ha fatto benissimo il sindaco in questa città, dispiace che non si siano create le condizioni". Lei sa, e lo sa anche Calenda, che Albertini sosterrà comunque il Terzo Polo, come dichiarato venerdì scorso al Foglio. Ma l'operazione bontà del ministro non è finita. Ce ne è anche per Beppe Sala.

Del resto, a Milano i riformisti sono in maggioranza ed esprimono una assessora  come Alessia Cappello. Ma lei, Mariastella Gelmini, è stata anche quella che nella sfida tra Beppe Sala e Stefano Parisi aveva fatto la campagna per entrare in consiglio comunale con il centrodestra. Vecchie ruggini? Poche, quasi nessuna. "Nei confronti di Sala abbiamo sempre avuto stima per alcune scelte, credo abbia fatto bene in riferimento al patto sul lavoro ma è più assente sul tema delle periferie e della sicurezza e le regole per il traffico", spiega.

Davanti al backdrop si fanno le foto i candidati. Ci sono Giulia Pastorello e Mariasole Mascia, giovani azioniste di talento: la prima è consigliera a Milano, la seconda vicesindaco a Vimercate. Ci sono Enrico Costa, che stringe mani qui e là, e Francesco Ascioti, uscito dal Pd a febbraio. Mentre si attende l'arrivo di Matteo Renzi si affacciano due ragazze. C'è un corso di orientamento per la scelta dell'Università, in una sala poco distante. Una spiega all'altra che cos'è questa lista. "Hai presente Renzi? Ecco, mo' sta insieme a Calenda. Se metti la croce su uno c'è pure l'altro". Le intercetta un ex Pd: "Io votavo a sinistra, ma adesso voto loro". Le due se ne vanno, un po' intimorite. E alla fine arriva Matteo Renzi: "I riformisti di sinistra e i moderati di destra, secondo me, voteranno terzo polo. In Lombardia faremo meglio che nel dato nazionale. Il nostro obiettivo è arrivare a un risultato che permetta di non avere Meloni come presidente del Consiglio ma Draghi e penso che con Azione e Italia Viva riusciremo a ottenere il risultato". E aggiunge: "Da qui al 2024 vogliamo costruire una grande casa comune per tutti gli europeisti del nostro Paese, è solo l'inizio". Un azionista si volta verso l'altro: "Secondo te quanto ci mettono a litigare lui e Carlo dopo il 25 settembre?" Presagi. A volte nella coda sta il veleno, effettivamente.