Il quasi matrimonio Azione e Iv

Terzo polo format. Calenda e Renzi, negoziato più personale che politico

Letta si prende Carlo Cottarelli

Carmelo Caruso

Si tratta ancora su leadership, seggi, criterio di distribuzione ma anche spazi televisivi. Il leader di Azione sceglie come negoziatore l'esperto Parisi, amico di Verdini

Continuano a darla per chiusa ma solo per tenerla aperta. In attesa della nascita del Terzo polo, Carlo Calenda e Matteo Renzi si sono inventati un format. La trattativa è il romanzo dell’ombrellone: “Il grande Centro” è premio Strega. Siamo arrivati al quarto giorno e l’incontro tra i due leader è “domani di sicuro”. Lo dicevano pure oggi. Renzi: “Ci incontriamo oggi”. Parteciperà nel pomeriggio alla Versiliana dove è pronto a presentare il suo libro e si confida  l’accordo. Pagine di quotidiani, aperture di tg, interviste esclusive. Renzi “ospite alle ore 18”  e  Calenda “ospite alle ore 19”. Esperti di televisione pensano: “E’ la più straordinaria operazione di marketing politico a costo zero”. La notizia di Carlo Cottarelli candidato per Pd e +Europa serve a contrastare questa onda. Tra Azione e Iv manca un accordo sulla leadership, il criterio di distribuzione dei seggi, la possibilità di formare gruppi unici in Parlamento. Calenda al telefono con Renzi, per sentirselo dire, ha chiesto: “Il capo chi lo fa?”. Renzi: “Io ci rinuncio tranquillamente e tu, tranquillamente, mi aggiungi dei collegi”. Il simbolo sarà “Terzo polo con Calenda” con i due loghi di partito. Quando gli emissari di Iv lo hanno visto, in anteprima, hanno notato che il nome di Calenda riempiva quasi l’intero simbolo. Si sono limitati a notare: “Sicuramente i tipografi hanno sbagliato le proporzioni”.


Ci stanno guadagnando tutti e due. Chi non conosceva Calenda, adesso lo conosce.  Renzi sta giganteggiando in “concretezza”. Ripete: “Io sono pronto a fare qualsiasi passo indietro” e quando lo dice Calenda capisce che ogni suo centimetro lasciato equivale a un seggio che lui perde. Un deputato del Pd,  e  vuole si ometta il cognome, lo ha esplicitato: “Calenda è la lavatrice di Renzi”. Ogni giorno che passa, ogni suo peccato, o si voglia chiamare errore, viene smacchiato. E’ la vecchia contesa tra citrulli e satanassi. I sondaggi danno in risalita i satanassi di cui Renzi è federatore indiscusso.

 

Adesso che il Terzo polo, lo può fare, e davvero, Calenda ha paura che dal 26 settembre, Renzi glielo possa portare via. L’idea di un ticket femminile Carfagna-Bonetti è stata già scartata e non tanto perché la ministra del Mezzogiorno si è tirata indietro. Se si è tirata indietro è perché sa che Calenda non permette che la sua leadership venga discussa. Ci sarebbe già l’invidia tra Calenda, che è la novità che si sta già consumando, e Carfagna, che è la novità non ancora consumata. Ecco perché oggetto della trattativa è anche il tempo televisivo che Calenda vuole venga fissato in maniera rigorosa. Deve essere lui ad avere lo spazio maggiore. Renzi aveva almeno il Giglio magico, mentre Calenda ha solo il filtro caldo. I suoi veri amici, gli uomini di cui si fida, sono i tabaccai che gli vendono le sue Marlboro.

 

Non è un caso che abbia chiesto che i negoziati, per Azione, vengano seguiti da Massimo Parisi, perché a “toscano, toscano e mezzo”. E’ un ex  coordinatore di Forza Italia, ma è soprattutto l’uomo che ha imparato da Denis Verdini l’arte di comporre le liste. Verdini resta infatti il dizionario, il “Castiglioni-Mariotti”, della lingua elettorale. Siedono al tavolo, per Azione, la consigliera della regione Lazio, Valentina Grippo, Andrea Mazziotti, Enrico Costa. Mentre per Renzi sono stati delegati, il “benedetto toscano” Nicola Danti, Mauro Del Barba, Maria Elena Boschi ed Ettore Rosato. E le raccontano come riunioni lunghissime, online, perché “nulla è deciso finché tutto non è deciso”. La formula 50-50 di collegi da spartirsi è oramai certa.

 

Sia Azione e sia Iv potrebbero invece perdere un pezzo che sembra minore ma che si potrebbe rivelare determinante in Piemonte. Si tratta di Giacomo Portas con il suo gruppo I moderati.  Il Pd lo sta cercando. A sua volta, il Pd, rischia l’addio di Andrea Marcucci che sta guardando, e con attenzione, al Terzo polo. Lo ha detto anche Calenda che se sarà, sarà lista unica ma resta da risolvere la distribuzione. Azione  propone: “Una circoscrizione a me e una a te”. Iv è per  il  mescolamento in ogni circoscrizione che  per Calenda anticipa il gruppo unico, l’Opa di Renzi. Gabriele Albertini dice al Foglio che se i due non si mettono insieme io “rinuncio” perché ho “già detto no alla sindacatura ma dico sì all’avventura. Ma deve essere un’avventura a due”. Adesso l’ostacolo è Calenda che continua a  twittare e polemizzare (anche con  Emma Bonino). Somiglia a “Un digiunatore di Franz Kafka” (Adelphi). E’ la storia di un artista del digiuno, un fenomeno da fiera. Alla fine nessuno lo guarda più e lui rivela il suo segreto: “Io digiunavo perché non ho mai potuto trovare cibo che mi piacesse”.
 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio