(foto Ansa)

editoriali

Giorgia Meloni e il dilemma dell'Economia

Redazione

Circola il nome di Panetta al Mef, ma conviene a Fratelli d'Italia toglierlo dalla Bce?

Siccome l’esito delle elezioni appare se non scontato quasi segnato, nonostante siamo all’inizio della campagna elettorale sui giornali si è passati già al totoministri del possibile governo Meloni. E naturalmente la casella più importante, per gli equilibri europei e la situazione delicata che il paese dovrà affrontare in autunno, è quella di Via XX Settembre. Tra i nomi che Giorgia Meloni starebbe valutando per il ruolo di ministro dell’Economia circola con insistenza quello di Fabio Panetta, già direttore generale di Bankitalia e attuale membro del board della Banca centrale europea. E’ un’ottima notizia, perché è il profilo di un economista affermato, che conosce i mercati, ha esperienza nelle istituzioni ed è stimato all’estero. Vuol dire che Giorgia Meloni sta cercando di pescare personalità capaci al di fuori del proprio recinto politico, probabilmente perché è consapevole che la sfida del governo è difficile e la competenza della classe dirigente è una qualità preferibile a quella della fedeltà.

Una figura come Panetta al Mef, quindi, eliminerebbe almeno un po’ dello scetticismo e della diffidenza che suscita un governo di destra. Ma c’è anche qualche altro aspetto che Meloni dovrebbe considerare. Chiamare Panetta a Roma avrebbe un costo notevole: vorrebbe dire farlo dimettere dal comitato esecutivo della Bce, dove non è affatto detto che verrebbe sostituito da un altro italiano. E’ vero che l’Italia ha finora sempre avuto un membro, ma non è scritto da nessuna parte che uno dei cinque posti del board ci spetti di diritto. Ad esempio, la Spagna per un periodo non ha avuto un suo esponente. In questa fase molto delicata dell’economia, tra inflazione, rischio recessione e ricadute sullo spread, in cui l’adozione di strumenti come il nuovo scudo anti spread dipende direttamente dalla Bce, potrebbe essere preferibile avere una personalità come Panetta a Francoforte anziché a Roma. Sarebbe, per usare una formula cara a Fratelli d’Italia, nell’“interesse nazionale” ma anche nell’interesse di chi è al governo.

Di più su questi argomenti: