Gli imprenditori e il "peggior scenario"

Il logico Draghi e "l'illogico partitico". Parla Oscar Farinetti

Marianna Rizzini

"Il premier piaceva a noi imprenditori ma i partiti hanno fatto solo il loro bene. E' il momento che il Pd lavori a un campo semilargo. L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un'Italia sovranista", ci dice il patron di Eataly

Che cosa ne dicono i cittadini protagonisti del “miracolo civile” di cui ha parlato Mario Draghi prima dell’addio, di fronte alla realtà che supera ogni peggiore scenario? E che cosa ne pensa l’Italia produttiva, che nell’ex premier aveva trovato motivo di speranza nonostante la crisi, la pandemia e la guerra? “Esiste la logica, in senso aristotelico”, dice l’imprenditore Oscar Farinetti, fondatore di Eataly: “E se esiste la logica, la logica in politica dice che si fa politica per il bene del paese. E se non si fa il bene del paese, allora si fa il bene dei partiti cioè si agisce per cercare di avere più voti alle elezioni”.

Avevamo un premier”, dice Farinetti, “che si comportava come una persona che fa ragionamenti logici, e invece è prevalso l’illogico ed è saltato tutto. Che cosa possono pensare, di fronte a questo, i possibili creditori? E che cosa pensa l’Europa, che ci ha chiesto di fare le riforme, e penso al campo della concorrenza e al catasto, tanto per dirne due?”. Non piacevano ad alcuni. “Non stupisce l’atteggiamento del M5s, illogico fin dalla premesse e dalla nascita”, dice l’imprenditore. “Un movimento che si è sentito ‘sgridato’ da Draghi e ha fatto il contrario di quello che aveva detto poco prima. Ora si va il voto, ma non si risolverà, temo, il problema, con un sistema elettorale che non fa capire con chiarezza chi ha vinto e chi ha perso. Per non dire della frequenza delle consultazioni, praticamente una volta all’anno, tra amministrative sfalsate di regione in regione ed elezioni politiche. Insomma, troppo forte è la dicotomia tra logica dei partiti e logica di un signore che era anche percepito come ‘superiore’ e forse generava complessi d’inferiorità in politici privi di fiducia in se stessi”.

Farinetti è un ottimista, dice, ma la situazione mette a dura a prova i pensieri positivi: “Ora sarebbe il caso, per quanto riguarda il Pd, di puntare a un campo semilargo che salvaguardi l’agenda Draghi, e sarebbe il caso che gli italiani scegliessero la soluzione migliore per il paese, al di là dell’ideologia: l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Italia è di diventare sovranista. Poi però mi dico che abbiamo una grande umanità di fondo e possiamo cavarcela. Certo, forse ci sarebbe bisogno di una classe politica nuova, e non c’è tempo. Come avremmo bisogno di una nuova legge elettorale. Ma ho fiducia nel paese e negli italiani, specie in quelli che hanno tra i venti e i trent’anni, così determinati, forse perché sono la prima generazione dal Dopoguerra a non essere vissuta nella certezza del benessere dei genitori”. 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.