Il controcanto

La differenza con Palermo. A Padova vince la democrazia. Elezioni regolari malgrado la partita

Francesco Gottardi

A Palermo si è registrato il caos seggi causa partita Palermo-Padova che vale la serie B. Nella città del Veneto nessuna defezione. I tifosi del Padova in trasferta saranno 500

Senza strafare, né macchie di infamia né virtuosismi civici. Oggi Padova è un semplice comune al voto. Dove i suoi cittadini guardano alle urne più che ai playoff di Serie C, che stasera vedranno i biancoscudati affrontare il Palermo. E se i seggi del capoluogo siciliano sono in tilt causa calcio - questo dicono i funzionari comunali - lo stesso non si può dire nel profondo Veneto. Che poi la partita si gioca al Barbera, mica all'Euganeo, se mai si dovessero giustificare defezioni in cabina elettorale causa stadio.

 

I tifosi del Padova in trasferta saranno poco più di 500: niente che vada a intaccare i numeri dell'affluenza. Comunque in calo, va sottolineato. Ma per ragioni puramente politiche: Peghin, l'outsider del centrodestra, è un candidato che non tira, il sindaco uscente Giordani si è limitato a gestire il vantaggio per l'intera campagna elettorale. Così si è profilata una turnata piuttosto scialba, ma senza inconvenienti di sorta ai seggi. Alle 19 ha votato il 36,6 per cento dei padovani: quasi 9 punti in meno rispetto alla stessa ora nel 2017, eppure si tratta di un trend in linea con la media regionale. Mentre a Palermo si è recato alle urne meno del 30 per cento degli aventi diritto, che è poco più del doppio dei 35mila spettatori previsti al Barbera.

 

Nel confronto a distanza fra le due città, la corsa per la democrazia è stata senza storia. Il colmo sarebbe se Padova si aggiudicasse anche il calcio: ribaltare lo 0-1 dell'andata non è cosa semplice. Ma esistono imprese più ardue. Portare i palermitani alle urne, per esempio.

 

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