(foto Ansa)

lo scenario

Il compagno Tabacci ci prova. Potrebbe essere lui l'anti Fontana in Lombardia

Fabio Massa

Il sottosegretario è già stato presidente di Regione. In vista del prossimo anno a sinistra c'è chi fa il suo nome. "Se me lo chiedessero, sarei pronto a dare una mano"

Il sottosegretario Bruno Tabacci, qualche giorno fa: "Da uomo delle istituzioni, rispondendo a una domanda precisa ho semplicemente affermato la mia disponibilità a dare comunque una mano alla mia Regione qualora mi venisse chiesto, come credo debba fare chiunque abbia maturato un po’ di esperienza utile per la propria comunità”. Riassunto: Tabacci si offre per una eventuale candidatura a sfidante di Attilio Fontana (quando il centrodestra deciderà finalmente di annunciarlo). Il nome comincia a girare, e lui a Repubblica dice: "Quello di presidente di Regione è un mestiere che ho già fatto". Si interpreta come acqua sul fuoco di una possibile candidatura. E invece no. Ancora ieri, Tabacci sul giornale online true-news.it: "In questo momento sto lavorando su altro, come ho già detto, non ho nulla da chiedere e se me lo chiedessero sarei pronto a dare una mano alla mia Regione". E così, nelle chat dei compagni di partito il concetto è uno solo: altroché smentite e acqua sul fuoco, il compagno Bruno ci prova!

I meme sul web del "Kompagno Br1" si sprecano. Br1, ovvero Bruno, ovvero Bruno Tabacci. Ed è già bellissimo così, per un democristiano nell'anima e nel corpo come il sottosegretario Bruno Tabacci, già assessore a Milano, già parlamentare, già presidente di Regione Lombardia, già militante della corrente democristiana di "Base" di Giovannino Marcora (e dell'avvocato Giuseppe Guzzetti, sempre immenso e ancor oggi tra i pochissimi intellettuali lombardi viventi). Ma si sa, le mille reincarnazioni di "Br1", i mille nemici, le mille giravolte, piroette a volte eleganti, a volte sgraziate, a volte perfide finte che mandano l'avversario di là e la palla di qua, sono parte del personaggio nativo di Quistello, nel mantovano.

 

Un esempio? Nel 1993 parla alla Camera: “Comunque vada la mia vicenda giudiziaria, mi ritirerò dalla politica. La sconfitta è mia ma la tragedia è di tutti”. Una delle tante vittime incolpevoli di Mani Pulite, ma che non si è ritirata dalla politica (e ha fatto bene): ci sarà praticamente sempre, attraversando l'ultimo scampolo della Prima Repubblica e tutta tutta la (peggiore) Seconda. Ma torniamo indietro. Prima del 1993, dal 1985 per la precisione, è stato eletto consigliere regionale lombardo. Tempi diversi: il governatore lo sceglievano i consiglieri, così come il sindaco.

E infatti lui diventa presidente nel luglio 1987, successore di Giuseppe Guzzetti, per 20 mesi. Fin quando, nell'autunno 1988, si apre la crisi. C'è un vecchio ritaglio dell'Unità che mostra le due facce: da una parte Tabacci, dall'altra Piero Borghini, che gli fece mancare la maggioranza. A gennaio 1989 il compagno Br1 si arrende, e si dimette. Da allora una lunga cavalcata, con il ritorno a Milano assessore di Giuliano Pisapia. Le mani sul bilancio, e anche un po' sui trasporti, vista la sua amicizia con l'altro Bruno ovvero Bruno Rota, il manager di Atm scelto da Pisapia e che poi finì in lite con l'amministrazione retta da Beppe Sala, andò alla corte della Raggi a Roma, voluto dal grand commis pentastellato lombardo, Stefano Buffagni. Litigò pure nella Capitale (e non era difficile), e mollò tutti i progetti su Atac.

Ora Rota è uno degli sponsor del comitato che vuole salvare a tutti i costi San Siro, guidato da un altro protagonista dell'epoca, ovvero Luigi Corbani. Corsi e ricorsi storici. Bruno e Bruno, sempre insieme. Non si sa se saranno insieme anche in questa partita, che però si preannuncia ardua. Prima di tutto per la coalizione: terrà insieme tutti? Da Calenda - che ha già espresso il suo gradimento per Carlo Cottarelli - al Movimento 5 Stelle? Difficile, quasi impossibile. E il Pd, vorrà davvero candidare il compagno Br1 con o senza primarie? Il commento più frequente è stato: "Il nuovo che avanza". Un maligno ha osservato, argutamente: "Un record mondiale una ricandidatura 35 anni dopo la prima volta". Il vino buono invecchia bene, e Tabacci si tiene in forma: tanta bici e mangiar sano. Chissà se basterà per una sfida come quella lombarda.

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