Giuseppe Conte e Roberto Speranza al congresso di Articolo uno (Ansa)

Passeggiate romane

Conte vuole correre da solo, senza Pd e con i voti di Leu. Letta apre (con dubbi) al proporzionale 

Nel Pd è partito l’ultimo assalto della componente proporzionalista

Nel Pd è partito l’ultimo assalto della componente proporzionalista (che come è noto tra i dem è preponderante) all’attuale legge elettorale. Ne è un esempio l’intervento del vice segretario eletto Partito democratico Peppe Provenzano, l’altro ieri, al Congresso di Leu. E con Leu e con gli esponenti del Movimento 5 stelle vicini a Giuseppe Conte è partita una trattativa serrata per arrivare alla svolta proporzionale. Ci sono già stati diversi incontri e pour parler informali tra i dem che spingono per la modifica del maggioritario, grillini e parte di Leu.


Raccontano che Giuseppe Conte veda questa trattativa di buon occhio perché l’idea dell’ex premier è quella di presentarsi da solo e non in alleanza con il Partito democratico. Questo a suo giudizio consentirebbe alle liste del Movimento 5 stelle di prendere più voti e più seggi di quanti se ne otterrebbero in una coalizione. Anche in vista di questo obiettivo l’ex presidente del Consiglio è diventato movimentista e pacifista: per aumentare i consensi di sinistra e riprendere quelli dei grillini della prima ora. Chissà se i dirigenti di   Leu, che hanno tributato a Conte un’ovazione al congresso, si sono resi conto che è anche al loro elettorato che il leader del Movimento 5 stelle mira. L’ex premier, comunque, medita di presentarsi da solo anche nel caso in cui l’attuale legge elettorale resti immutata.

 
Enrico Letta continua invece a preferire il maggioritario anche se non gradisce affatto (e non ne fa mistero) l’attuale legge elettorale. Il segretario del Partito democratico però si mostra ufficialmente aperto al confronto sul proporzionale. Questo per non indispettire i suoi proporzionalisti né l’alleato M5s. Ma secondo il leader dem con il proporzionale si vanificherebbe tutto il lavoro fatto per il cosiddetto campo largo, perché ogni forza politica andrebbe per conto proprio. Anche se Conte medita di presentarsi senza stringere alleanze prima del voto, Letta è convinto che se rimanessero i vincoli dell’attuale legge tentare l’avventura in solitaria alla fine gli si rivelerebbe molto difficile.
 

I rigurgiti proporzionalisti comunque non sembrano impensierire più di tanto il numero uno del Partito democratico: cambiare la legge elettorale a meno di un anno dalle elezioni, con un Parlamento così frastagliato e con il centrodestra contrario al proporzionale, è praticamente impossibile. Di questo, d’altra parte, è fermamente convinto anche il leader di Italia viva Matteo Renzi: “Io ho dovuto mettere la fiducia per riuscire a cambiare la legge elettorale, farlo in questo Parlamento ora è impossibile”, ripete sempre.

Ma l’ansia proporzionalista di una parte del Pd è dettata, almeno per quanto riguarda l’area che fa capo a Base riformista, anche dal crescente imbarazzo nei confronti di Giuseppe Conte. Le ultime esternazioni del leader del Movimento 5 stelle, che ha preferito non sbilanciarsi tra Macron e Le Pen prima del voto francese, salvo plaudire al primo dopo che le urne gli avevano tributato la vittoria, o che ha chiesto di non inviare armi pesanti in Ucraina, stanno mettendo sempre più a dura prova i dem, soprattutto quelli che hanno sempre guardato con sospetto all’alleanza con i grillini.

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