Il caso

Putin, Trump e Orsini: Conte si sente sotto attacco. E teme che Grillo parli di guerra

Simone Canettieri

L'ex premier riunisce i vertici del M5s: c'è un disegno contro di me. Ma intanto il professore fa proseliti. Lorenzoni: "Mi incuriosisce. Bucha? Non credo al massacro per mano dei russi"

“Ragazzi, siamo sotto attacco”. Dopo pranzo Giuseppe Conte riunisce “d’urgenza” i vicepresidenti del M5s e i vertici della comunicazione per avvisare tutti che “c’è un disegno per screditare me e il Movimento”. L’ex premier vede quella che Giovannino Guareschi chiamava Fodria (Forze oscure delle reazione in agguato).

Agita complotti, crede in manine e manone. Da una parte il “Trumpgate”, dall’altra la missione russa in Italia durante il Covid e in mezzo Alessandro Orsini. L’indiscrezione del Foglio che pezzi importanti del M5s vogliono candidare il professore della Luiss noto per le posizioni controverse (eufemismo) sulla guerra in Ucraina ha mandato Conte su tutte le furie. “Lo escludo categoricamente”, ha fatto trapelare all’Adnkronos. Una smentita da leggere a uso interno ed esterno. Il capo del M5s ancora è alle prese con la vicenda del terzo mandato da sbloccare e ha il timore di rivolte interne. Inoltre, vuole scrollarsi di dosso qualsiasi ombra che lo possa  collegare al pensiero di Putin. E quindi Orsini diventa un personaggio da manovrare con estrema cautela.

Ma c’è anche chi, come il deputato M5s Gabriele Lorenzoni noto  per essersi opporsto al collegamento di Zelensky alla Camera, ne è vivamente “incuriosito”. Spiega il parlamentare al Foglio: “Credo che andrò allo spettacolo di Orsini: è un pensatore da rispettare. Non bisogna credere solo a una propaganda. Occorre sempre dubitare”. Dunque lei non crede nemmeno al massacro di Bucha a opera dei russi? “No”. Addirittura. “Bisogna essere scettici, sempre, verso le opposte narrazioni”.

Per un Lorenzoni che parla, c’è un Beppe Grillo che scende a Roma. Il Garante oggi incontra i vertici del M5s. Conte ha il terrore che possa esternare sulla guerra in Ucraina: argomento mai affrontato dall’ex comico. E allora sì che sarebbe un altro guaio per l’ex premier. Altro che Fodria.
 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.